Cronaca / Lago e valli
Giovedì 04 Dicembre 2025
«L’ospedale di Menaggio non chiuderà». Ma gli interventi sono congelati
L’assessore regionale Bertolaso risponde al consigliere Orsenigo. «Operazioni chirurgiche in altri nosocomi, per la mancanza di personale»
Menaggio
Ospedale di Menaggio resta un presidio per acuti, e l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso smentisce «ogni ipotesi di chiusura» e anzi ribadisce «la volontà di rilanciarlo». Per il momento però buona parte delle attività restano congelate.
Alla luce di alcuni pazienti trasferiti dall’alto lago a Como e Gravedona, in risposta ad una interrogazione del consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo, l’assessore regionale al Welfare fa il punto sul futuro dell’ospedale comasco da tempo in crisi. «La giunta regionale è a conoscenza della situazione riguardante il trasferimento dei pazienti chirurgici – scrive Bertolaso - dall’ospedale di Menaggio verso altri presidi, in particolare quelli di Gravedona e San Fermo della Battaglia. Tale decisione risponde ad esigenze di riorganizzazione sanitaria e da vincoli normativi. In questo contesto, alcuni interventi chirurgici vengono attualmente eseguiti presso i presidi di San Fermo e di Cantù, strutture dotate delle attrezzature e competenze necessarie per garantire la corretta erogazione delle attività chirurgiche».
L’Erba Renaldi va bene solo per «interventi chirurgici di routine a bassa complessità», la chirurgia di Menaggio è «fortemente limitata da una carenza di sanitari quali anestesisti, medici e infermieri». Oggi è sospesa la chirurgia generale, l’ortopedia, da anni ormai la psichiatria e la terapia intensiva. Al pronto soccorso lavorano gettonisti esterni.
Restano in lista d’attesa 22 pazienti per interventi minori e 37 per operazioni ortopediche. «Sono in corso iniziative di rilancio del presidio – scrive sempre l’assessore - sostenute da un piano di investimenti pari a circa 20 milioni di euro. Tra gli interventi previsti, si evidenzia l’avvio dei lavori per l’ospedale di comunità di Menaggio».
Da novembre per cinque mesi visti i cantieri occorre spostare i pazienti chirurgici nell’area sub intensiva. Le sedute solo in elezione di ortopedia a bassa intensità si fanno dunque una volta al mese, la chirurgia diventa solo ambulatoriale e non prevede più ricoveri, per altri interventi verrà proposto il trasferimento a Como o a Cantù. Un ulteriore stop.
«Le tempistiche di attuazione degli interventi restano condizionate alla risoluzione della criticità legata alla carenza di personale sanitario. A tal fine, sono in corso valutazioni su possibili accordi pubblico-privato e sull’attivazione di canali di reclutamento anche a livello internazionale».
L’Asst Lariana intende costruire un nuovo gestore con l’aiuto dei privati. «In conclusione - pur in presenza di fattori critici quali la limitata numerosità di pazienti in lista d’attesa per interventi chirurgici e le persistenti difficoltà nel reperimento di personale, che condizionano lo svolgimento dell’attività - confermo l’impegno al mantenimento dell’ospedale di Menaggio come presidio per acuti, smentendo ogni ipotesi di chiusura, ribadendo altresì la volontà di rilanciarlo, come dimostrano le varie iniziative in corso, tra cui l’attivazione dell’ospedale di comunità e l’integrazione del presidio nella rete territoriale».
«I numeri citati fanno riferimento a un ospedale di cui si è annunciata la cessazione – commenta Orsenigo - a Bertolaso chiedo: chi andrebbe a farsi operare in una struttura di cui è stata annunciata la chiusura? È il classico cane che si morde la coda. Speriamo che Regione sappia come uscirne senza che un presidio importante come quello di Menaggio per i cittadini del lago vada impoverito se non perso completamente».
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