Luisa e una lettera speciale a tre medici: «Dieci anni di vita regalati, grazie di tutto»

Cantù Nell’anniversario di un intervento d’urgenza al cuore ricorda tre noti specialisti: «La natura ci rende fragili, ma l’unione con gli altri ci dà la forza per affrontare le difficoltà»

Sono stati dieci anni di vita regalata, a usare l’espressione evidenziata da lei stessa, una paziente riconoscente per i medici che le hanno salvato la vita. Che le hanno permesso di continuare a vivere. Ed è un grazie che arriva da quel cuore che avuto bisogno di cure, che ora viene indirizzato con la gioia di un grande abbraccio ai suoi dottori. Luisa Porta, 73 anni, di Cantù, ha voluto festeggiare questi dieci anni che per lei sono in più, non era scontato che ci fossero, con una lettera aperta piena di riconoscenza.

Lo scritto al giornale

A qualche settimana di distanza, l’anniversario viene celebrato con una lettera che Porta ha voluto inviare a La Provincia. Con le due date in evidenza: 11 febbraio 2013, 11 febbraio 2023.

«Dieci anni di vita regalata - scrive - Dopo dieci anni dal mio intervento, eseguito in urgenza, desidero ricordare e ringraziare gli specialisti che mi hanno seguito in quel periodo così difficile della mia vita. Con loro ho conosciuto l’eccellenza della sanità lombarda. Penso al dottor Giorgio Bartesaghi, cardiologo per 14 anni all’ospedale di Gravedona, ora in servizio presso l’ospedale Valduce di Como, che con prontezza e responsabilità mi ha indirizzato al dottor Andrea Musazzi, cardiochirurgo dell’ospedale di Circolo di Varese».

Non solo. C’è anche spazio, tra gli angeli in camice bianco, anche per chi l’ha accompagnata ad uscire dal tunnel della rianimazione. «Ricordo l’anestesista dottoressa Marida Luraschi, che in terapia intensiva mi ha assistito con amorevole pazienza e professionalità anche nei momenti complicati».

E poi, appunto: «Non dimentico il dottor Musazzi, ora primario di cardiochirurgia a Varese». Più esattamente: direttore della cardiochirurgia di Asst Sette Laghi. Numerosissime pubblicazioni scientifiche al suo attivo. Come primo operatore: circa tremila procedure chirurgiche maggiori, quasi tutte all’Ospedale di Circolo di Varese. La sua competenza riguarda la cardiochirurgia dell’adulto, con particolare riferimento alla chirurgia dell’aorta e della valvola aortica, alla chirurgia conservativa della mitrale, alla chirurgia delle aritmie, dello scompenso e alla chirurgia mini-invasiva. Tra i suoi interessi chirurgici spiccano lo sviluppo sia della chirurgia mini-invasiva e robotica che la chirurgia ricostruttiva della valvola aortica. «Con grande perizia e competenza ha affrontato le problematiche ingravescenti della mia situazione», scrive la donna.

Da Proust a Leopardi

E siccome si vive anche di cultura, a coronare la lettera non manca una citazione letteraria. «Marcel Proust affermava: “Una gran parte di quello che i medici sanno è insegnato loro dagli ammalati”. Non so se e quanto io abbia potuto insegnare a questi medici straordinari. Tuttavia so bene quello che loro hanno insegnato a me: nessuno si salva da solo e il vero progresso è al plurale».

Di nuovo, per dirla con la grande letteratura italiana: «La solidarietà tra gli uomini rimanda alla social catena di Giacomo Leopardi. La natura ci rende fragili, ma l’unione con gli altri ci dà la forza per affrontare le difficoltà. Un sentito e sincero grazie a questi medici per avermi permesso di continuare a vivere».

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