«Nuove regole, basta con le code di ore sulla Regina»

Tremezzina, il presidente dell’Autorità di Bacino e il caos traffico: «Disciplinare l’ingresso di bus e tir nelle strettoie». E sulla Variante: «Che questa volta si riparta davvero, garantendo che parte dei materiali di scavo finisca a lago»

Tremezzina

«Un’ora e venti minuti per andare e tornare da Dongo, partendo da Domaso e così tre ore per raggiungere Como sempre da Domaso sono un qualcosa che va oltre l’immaginabile. Ora basta». Schietto secondo consuetudine il presidente dell’Autorità di Bacino del Lario e dei Laghi Minori Luigi Lusardi - già sindaco di Domaso - ha deciso di entrare a gamba tesa sul tema sensibile delle code non solo lungo le quattro strettoie tra Colonno e Ossuccio, ma anche per quelle - con annessi tempi d’attesa dilatati - in corrispondenza della strettoia di Gravedona, tutte presidiate dai movieri e tutte lungo la Regina.

«Sembra ormai essere passato il concetto che trascorrere intere mezzore in coda faccia parte del vivere quotidiano. Io credo invece che a gran voce vanno invocate misure per far sì che i disagi diminuiscano - rimarca Lusardi - Nessuna colpa specifica ai movieri, il cui impegno va elogiato. E’ tempo però che si adottino iniziative per far sì che soprattutto i mezzi pesanti - tre, quattro alla volta - si facciano da parte per far transitare le auto. E poi vengano fatti passare a loro volta nelle strettoie e senza vetture. Mi chiedo quanti pendolari, imprese, turisti, ristoratori, lavoratori in generale e cittadini stanno avendo disagi per le code che - cito il caso della strettoia di Gravedona - arrivano a Dongo da un lato ed a Domaso dall’altro? Migliaia. Dunque non si può restare a guardare. Ieri (venerdì, ndr.) giorno di Ferragosto senza camion di code non se ne sono viste».

Luigi Lusardi e il direttore dell’Autorità di Bacino Franco Binaghi hanno sottoscritto la doppia petizione pensata dal Comitato civico guidato dal sindaco di Griante Pietro Ortelli (la seconda petizione, quella per conferire una parte dei materiali di scavo nella variante nel lago, ha visto in prima fila l’ex senatore Armando “Mandell” Valli) per istituzionalizzare il blocco dei mezzi pesanti a monte ed a valle delle strettoie e così, come anticipato, per garantire la possibilità di conferire a lago una parte dei materiali di scavo della variante, in primis quelli in uscita dalla Ca’ Bianca di Griante.

«Sono stato sindaco per dieci anni e mi sento di dire, pur senza generalizzare e colpevolizzare nessuno, che qualche responsabilità c’è anche da parte di chi amministra - la chiosa di Luigi Lusardi - L’input deve arrivare dall’alto. Serve che ai movieri venga spiegato come agire. Indipendentemente da chi dipendano. Serve che camion e pullman turistici vengano gestiti in modo tale da non paralizzare la viabilità. Non passa giorno senza che dalla Tremezzina o da Gravedona giungano immagini di code chilometriche. Ora basta. Aggiungo che nella revisione complessiva della viabilità, andrebbero riviste anche alcune fermate dei bus di linea. Non è possibile che i bus si fermino nel bel mezzo della sede stradale, magari con lunghe attese anche per i biglietti cui ottemperare a bordo. Perché noi - inteso come residenti - dobbiamo pagare questo prezzo così elevato? Tre ore per arrivare a Como sono fuori da ogni logica. E cito anche un altro esempio calzante che vale per decine di attività, quello del mio ristorante, dove diverse sono state le disdetta causa coda. Nel frattempo, la Variante è ferma, ferie incluse. Occorre ripartire di slancio, prendendo in seria considerazione l’opzione di conferire una parte del materiale di scavo nel lago. Servono fatti, di parole se ne sono dette anche troppe».

© RIPRODUZIONE RISERVATA