Cronaca / Lago e valli
Venerdì 31 Ottobre 2025
Ospedale di Menaggio e il personale che non c’è: «I ristorni per pagare gli alloggi»
L’idea del Comitato dopo la conferma dell’utilizzo dei gettonisti. «Si renderebbe attrattivo il territorio». Spaggiari: «Privati ormai necessari»
Menaggio
Utilizzare i ristorni dei frontalieri per rilanciare l’ospedale di Menaggio, che da tempo si trova in una situazione di grande sofferenza.
E’ questa la proposta che lancia il “Comitato per la difesa dell’ospedale” all’indomani della decisione di Asst Lariana di ricorrere ai cosiddetti gettonisti (attraverso il passaggio formale con Gravedona) per garantire il funzionamento dell’“Erba – Renaldi”.
I problemi sono legati alla scarsità di personale e più di un anno fa amministratori locali e Regione avevano convenuto sulla necessità di mettere a disposizione di medici e infermieri che vengono da fuori immobili comunali dismessi, anche perché sul lago nessuno affitta più a lungo termine.
«Che fine ha fatto tale proposta, con la Regione che avrebbe dovuto garantire le risorse necessarie per la ristrutturazione degli immobili? – si chiede la portavoce del Comitato per la difesa dell’ospedale, Giovanna Greco – A nostro avviso sarebbe il momento di impiegare i ristorni dei frontalieri, mai così elevati come oggi, per prevedere vere e concrete indennità di confine in grado di rendere il nostro territorio più attrattivo per medici e infermieri».
I ristorni dei frontalieri sono riconosciuti dalla Svizzera perché i lavoratori frontalieri versano le imposte oltre confine pur vivendo e usufruendo dei servizi nei luoghi di residenza. Nel 2024 tale compensazione finanziaria ha superato quota 120 milioni di franchi, di cui 112 mila relativi al solo Canton Ticino.
La proposta del Comitato fa seguito a un aggiornamento del sindaco di Menaggio, Michele Spaggiari, sulle sorti dell’ospedale: «Il percorso di rilancio si annuncia lungo e impegnativo e per mantenere operativo il nostro presidio è necessario ricorrere alla collaborazione di privati. Ciò non significa privatizzare l’ospedale. Attraverso un bando verrà individuato il soggetto che collaborerà con Asst per le gestione dell’intera attività, così come accadrà anche per le Case di comunità di Porlezza e Centro Valle. Mentre altrove i servizi sono stati chiusi – conclude il primo cittadino di Menaggio – da noi di cerca comunque di mantenerli».
Ma determinati dubbi del Comitato pro ospedale permangono: «Dai nostri contatti con altri Comitati e associazioni apprendiamo che in piccole realtà ospedaliere simili alla nostra, come quelle di Manerbio (BS) e San Giovanni Bianco (BG), è stato già completato l’ampliamento di vari reparti indispensabili: chirurgia, con nuove specialità, medicina e oculistica – sottolinea Greco – A Menaggio si avanzano proposte che poi sembrano finire nel dimenticatoio, come quella del 1° luglio 2024 per la destinazione di immobili pubblici dismessi al personale ospedaliero».
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