Ospedale gestito insieme ai privati: «Tentare ogni strada per salvarlo»

Menaggio: le reazioni all’indomani dell’annunciato progetto dell’Asst per l’Erba Renaldi. Gaddi: «Difendere le prestazioni». Dotti: «Da troppi anni non vengono fatti passati avanti»

Menaggio

Più delle parole, parlano i fatti. Ieri mattina tra influenza e incidenti a Como il Pronto soccorso del Sant’Anna era come al solito sovraffollato, con oltre sessanta malati presenti. All’Erba Renaldi di Menaggio negli stessi momenti la sala delle emergenze era invece completamente vuota. Un solo paziente in cura oltretutto per un problema affatto grave, in un reparto che - si aggiunga - è retto soltanto da costosi medici esterni.

E, se non bastasse, basta ricordare che l’ospedale menaggino ha chiuso per sempre l’Anestesia, stesso destino per la Psichiatria, mentre il reparto di Chirurgia ormai effettua in media meno di una operazione al giorno.

Per risollevare le sorti dell’ospedale Erba Renaldi quindi l’Asst Lariana intende costruire una nuova società pubblico privata, come anticipato su queste colonne nell’edizione di ieri. Il percorso non sarà semplice e rapido, ma la strada sembra essere stata definitivamente imboccata. Quanto al resto del territorio, le case di comunità da Porlezza a Centro Valle, verranno del tutto esternalizzate.

Dentro all’ospedale l’ipotesi del progetto pubblico privato, dopo anni di crisi e riduzioni, è vista in maniera positiva. Pur di non chiudere, argomentano medici e infermieri interpellati dal nostro giornale, ben vengano delle nuove proposte. Perfino i dirigenti sanitari di Anaao hanno più volte sottolineato come i reparti per le urgenze allo stato attuale manchino di numeri e tutele sufficienti per funzionare.

Contrari invece i sindacati, vicini a proclamare lo stato di agitazione. Con queste operazioni, raccontano, la sanità pubblica rischia di scomparire.

La parte politica non muove invece critiche, anche dall’area del Pd diversi esponenti credono sia bene trovare nuove strade per non lasciare morire, anno dopo anno, l’ospedale affacciato sul lago. «L’aspetto essenziale è la difesa dell’ospedale e la qualità delle prestazioni al pubblico – commenta il consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi - al di là delle modalità di gestione. Oggi è evidentemente troppo presto per esprimere giudizi, garantiamo la massima attenzione, è comunque utile verificare e ipotizzare nuove soluzioni».

La Regione del resto ha dato mandato all’Asst Lariana di salvare i reparti dell’ospedale e potenziare le cure per i malati fragili. «Da qualche parte bisogna pur partire – dice Anna Dotti consigliere regionale di Fratelli d’Italia e già sindaco di Argegno – È da anni che su Menaggio non vengono fatti passi avanti concreti. L’importante è mantenere i servizi e le cure, anche per gli acuti, pur senza privatizzare del tutto». Un ospedale pubblico gestito insieme a dei privati è quasi un’eccezione nel panorama nazionale.

Per restare sul territorio è più scettico il sindaco di Moltrasio Giuseppe Carrano, per decenni primario nell’Asst Lariana e rappresentante dei medici della Cgil. «Questo è un processo inesorabile che arriva da un’idea della sanità che non è più solo pubblica – commenta Carrano - l’unica speranza di Menaggio qualche anno fa era ridisegnare la funzione dell’ospedale in maniera integrata con il vicino presidio di Gravedona, pensando ad esempio ad un polo per la riabilitazione».

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