Pedopornografia, nazismo e contenuti forti nella chat di classe: denunciati sei studenti del liceo Vanoni

Menaggio Sono cinque femmine e un maschio di prima: sospesi fino a due settimane. Accusati di pornografia minorile e apologia del fascismo. Hanno anche insultato i professori

Sei studenti minorenni dell’istituto scolastico secondario di secondo grado di Menaggio, il “Vanoni”, sono stati denunciati dai carabinieri alla Procura competente di Milano, quella dei minori, in quanto accusati di aver diffuso su una chat frequentata dai compagni di classe immagini forti e dal contenuto pedopornografico, ma anche inneggianti al fascismo e di scherno nei confronti dell’Olocausto.

L’indagine dei carabinieri dopo la denuncia dell’insegnante

Poco si conosce della vicenda, che sarebbe comunque ben nota alla scuola anche perché l’indagine dei carabinieri della stazione di Menaggio sarebbe partita proprio in seguito alla denuncia fatta da una insegnante dell’istituto menaggino.

Le ipotesi di reato che sono al vaglio della Procura dei minori sono molto gravi: si parla di pornografia minorile (le immagini non riguarderebbero nessuno della classe e nemmeno persone conosciute, ma potrebbero verosimilmente essere state scaricate da Internet oppure dai social), ma anche di apologia del fascismo, interferenza illecita nella vita privata e diffamazione aggravata.

L’arco di tempo abbracciato dalle contestazioni è ampio e va praticamente dall’inizio dell’ultimo anno scolastico fino alla fine, ovvero da settembre del 2022 fino allo scorso mese di maggio. Sorprende non solo l’età dei denunciati, tutti under 16, ma anche il fatto che ben cinque sarebbero ragazze.

I sei minori rispondono ovviamente – come spesso capita in questi casi – in modo diverso l’uno dall’altro, ma è difficile al momento dire altro vista la riservatezza che ruota attorno a vicende che riguardano persone che non sono maggiorenni e che addirittura, come in questo caso, sono ragazzi.

Nella chat nessun adulto

La chat in questione, che aveva il nome della scuola seguito da un insulto non riportabile, era quella che era stata aperta tra compagni di classe per scambiarsi i compiti e le informazioni relative all’andamento dell’anno scolastico.

Non vi sarebbero stati presenti, dunque, adulti o insegnanti. Proprio in forza di questa “libertà”, i sei studenti ora finiti nei guai - ma sospesi nel corso dell’anno scolastico per un periodo compreso tra pochi giorni e due settimane - avrebbero iniziato a pubblicare cose non attinenti con la scuola, scivolando sempre più verso l’abisso.

Sarebbero dunque comparse immagini pedopornografiche, denigrazioni dell’olocausto, inni al fascismo, ma anche insulti a professori ripresi in classe e in attività della quotidianità interferendo in questo modo nella loro vita privata.

Ora l’intervento del Tribunale dei Minori

Ad accorgersi che qualcosa non andava sarebbe stata proprio una insegnante dell’istituto “Vanoni” che avrebbe poi lanciato l’allarme dando il via all’indagine dei carabinieri di Menaggio che ha poi portato ad individuare i sei studenti responsabili dei reati che vengono ora contestati.

La segnalazione dell’accaduto, come detto, è stata girata al Tribunale dei Minori di Milano che è competente per ipotesi di reato che riguardano i ragazzi non ancora diciottenni.

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