
(Foto di Archivio)
Montemezzo La donna è stata fermata dopo un inseguimento. Contestati maltrattamenti in famiglia, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale
Montemezzo
Non era la prima volta che sfogava la propria ira contro il marito.
Sì, perché all’interno della coppia era il marito - 59 anni - a subire le violenze della convivente, una cinquantunenne rumena, già nota ai militari dell’Arma per questo tipo di comportamenti violenti.
L’altra sera è accaduto di nuovo, ma questa volta l’ennesima violenza è costata alla donna l’arresto per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. Il tutto, come vedremo, al termine di un rocambolesco inseguimento terminato a Colico.
Ma andiamo con ordine. Attorno alle 19, la donna, nella casa della coppia in frazione Cerceno, si è scagliata nuovamente contro il coniuge, colpendolo con violenza al capo, tanto che inizialmente i soccorsi - un’ambulanza del Lariosoccorso di Dongo - erano stati allertati in “codice rosso”, il maggiore dei tre livelli di gravità. Fortunatamente le condizioni dell’uomo non si sono rilevate tali da confermare il codice di uscita dell’ambulanza, tanto che è stato poi trasportato all’ospedale di Gravedona in “codice verde”, con ferite ed escoriazioni giudicate lievi.
Nel contempo, a Montemezzo sono giunti i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Menaggio. E così mentre l’uomo veniva trasportato all’ospedale, la donna - alla vista dei militari dell’Arma - ha tentato la fuga, salendo precipitosamente sull’auto in direzione Ponte del Passo e da lì verso Colico. E proprio a Colico, è stata raggiunta dai carabinieri - protagonisti di un inseguimento che ha interessato anche un tratto di Regina - e condotta poi presso la stazione carabinieri di Menaggio, dove è stato formalizzato l’arresto.
Una serata di follia che ha attirato l’attenzione anche di alcuni residenti e che grazie al tempestivo intervento dei militari dell’Arma non è finita in modo tragico. La cinquantunenne rumena, dopo le formalità di rito, è stata condotta al Bassone, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La speranza è che finalmente possa dirsi conclusa una situazione che durava da tempo, con il marito - descritto come un lavoratore modello - vittima delle violenze fisiche e psicologiche della convivente.
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