Proteste all’Alpe Colonno
«Non vogliamo i rave party»

Sala Comacina: il sindaco annuncia un incontro con il prefetto per fermare quella che rischia di diventare una moda. Identificati circa cento ragazzi

«Il nostro territorio non può e non deve in alcun modo trasformarsi in una “zona franca”, all’interno della quale tutto è concesso. Ringrazio le forze dell’ordine - carabinieri e questura - e la polizia locale per l’intervento che ha risolto una spiacevolissima situazione».

E’ il sindaco Roberto Greppi, il giorno dopo il rave party fatto sbaraccare tra domenica pomeriggio e domenica sera, a meglio inquadrare i contorni della vicenda che ha tenuto banco per tutta la domenica la porzione montana al confine tra Sala Comacina e Colonno, con 200 e più giovani che si sono radunati per un rave party in alcun modo autorizzato, trasformando quella parte di territorio in una “zona franca”.

Tra loro c’erano tante auto - parcheggiate anche sul territorio montano di Colonno - con targhe svizzere. E, secondo le informazioni filtrate ieri, quella di domenica non sarebbe stata una “prima” assoluta, perché già lo scorso anno, seppur con numeri molto più ridotti e modalità diverse, sarebbe avvenuto un qualcosa di analogo.

«E’ mia intenzione contattare il prefetto Andrea Polichetti per ragionare con lui su eventuali contromisure da mettere in atto» rimarca Roberto Greppi. Sul fronte giudiziario sono un centinaio i giovani identificati dalla polizia che ora rischiano una denuncia a piede libero con l’accusa di invasione di terreni. L’intervento, nel tardo pomeriggio di domenica, degli uomini della Digos, assieme a una decina tra agenti della squadra volante e carabinieri della compagnia di Menaggio, ha consentito di dare un nome e un volto agli organizzatori del rave party in zona Alpe di Colonno.

La polizia ha anche sequestrato l’intero impianto di amplificazione della musica, un danno da alcune migliaia di euro, per gli organizzatori del rave party clandestino. Gli organizzatori, si diceva. Sono cinque quelli identificati - e ovviamente denunciati - da parte delle forze di polizia: due ragazze svizzere (tantissime le auto targate Ticino presenti in zona Colonno, a testimoniare la presenza di moltissimi svizzeri al rave) e tre ragazzi italiani, uno di Milano, uno di Pavia e un comasco residente a Villa Guardia.

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