Traffico bloccato sulla Regina, otto pullman prigionieri del caos. A Como in ritardo di 75 minuti

Tremezzina Il trasporto pubblico più che mai penalizzato anche verso Lugano. Salta il giro dello scuolabus

Sono otto i bus di Asf della linea C10, sette dei quali diretti verso Como, che ieri hanno dovuto fare i conti con il maxi ingorgo innescato dai camion della variante, che dalla strettoia di Spurano a macchia d’olio si è allargato sino a Bolvedro di Tremezzo da un lato ed al centro abitato di Colonno dall’altro.

A questa contabilità già di per sé preoccupante, dato che la prima paralisi del traffico lungo la Regina è avvenuta ad alberghi ed attività turistiche in larghissima parte chiusi (ville comprese), vanno aggiunti anche i pulmini diretti o di ritorno dal polo scolastico di Ossuccio che hanno saltato gli abituali “giri” del mattino.

Tanto che diversi alunni della primaria, con mamme al seguito e della seconda di primo grado si sono visti costretti loro malgrado a raggiungere Ossuccio a piedi dalla Regina, ma anche attraverso le strade comunali di collegamento.

«Tutti a scuola a piedi stamattina», si leggeva in un post di una mamma lennese, che a piedi ha raggiunto con il proprio bimbo - che frequenta la prima elementare - il polo scolastico con vista sull’isola Comacina.

Per quanto concerne i bus di Asf, a saltare per prima è stata la coincidenza da Menaggio verso Lugano e così a cascata tutti i bus scolastici hanno raggiunto Como in un range di ritardi tra i tre quarti d’ora e l’ora e un quarto. In buona sostanza, oltre a non poter rispettare le coincidenze (scendendo verso il capoluogo), i bus della linea “C10” hanno accusato pesanti ritardi tali da non consentire agli studenti del lago e in parte delle valli adiacenti di poter raggiungere in tempo le scuole cittadine, saltando la prima ora.

Analogo discorso per le corse della “C10” in partenza dal capoluogo dalle 8 in poi, che - per diretta conseguenza - hanno dovuto ammortizzare i ritardi delle prime ore del mattino. La situazione si è normalizzata solo attorno alle 10, lasciando però dietro di sé un campanello d’allarme da non sottovalutare, soprattutto in vista dei mesi di piena stagione turistica.

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