Quarto morto nell’edilizia in nove mesi, in provincia di Como. «Daniele era vicino alla pensione»

La tragedia di Sala Comacina Il dolore dei sindacati per un uomo «sorridente, gentile e mite». Il muratore senza scampo dopo la caduta da tre metri: «Basta poco per evitare questi incidenti»

«È il quarto infortunio mortale che subisce il nostro settore in provincia di Como in nove mesi». Ieri a metà pomeriggio le tre sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil che rappresentano gli edili (Feneal, Filca e Fillea) hanno aggiornato, all’interno di una lunga nota, la triste contabilità degli infortuni sul lavoro con esito mortale sul nostro territorio. Nel contempo hanno rivolto parole di sincera stima nei confronti di Daniele Caraccio, il capo cantiere di 55 anni con casa a Mezzegra e residenza a Montemezzo che ha perso la vita martedì dopo una caduta da tre metri mentre disarmava un “cassero” nel cantiere con vista sull’isola Comacina nella parte alta del paese.

«Con tanti, troppi anni di cantiere sulle spalle e vicino alla pensione» (particolare questo già emerso martedì pomeriggio, ndr), Daniele Caraccio «non era un “senza nome”. Lo si incontrava in cantiere e frequentava le sedi zonali del sindacato», si legge nella nota.

C’è una frase, vergata dai rappresentanti delle tre sigle sindacali (Annunziato Larosa, Cristian Buffagni e Luca Vaccaro), che inquadra quanto accaduto a Sala Comacina: «Non è possibile che si muoia per una caduta dall’alto, la morte sul lavoro più frequente e più facilmente evitabile. Pochi semplici accorgimenti e si permetterebbe ai lavoratori edili di tornare la sera a casa dai propri cari». Da qui la sottolineatura che «da sempre si muore così per costruire le case e gli strumenti per evitarlo esistono, basta utilizzarli invece di affidarsi, per fretta e per profitto, solo alla maestria dei lavoratori, soprattutto quando il cantiere, come in questo caso, si trova in una zona impervia».

I sindacati hanno definito la vittima «un iscritto storico al sindacato edile, dipendente della “Curti Impresa Edile srl”, impresa locale ben strutturata con quaranta dipendenti».

E nella frase pronunciata da Dino Curti - imprenditore edile molto conosciuto - («Daniele era con noi da più di trent’anni. Era un lavoratore attento e scrupoloso») - si percepiva quel rapporto familiare tra impresa e dipendente nato da oltre tre decenni di lavoro nel pieno rispetto dei ruoli e dalla grande perizia dimostrata sui cantieri.Nel tardo pomeriggio la capogruppo alla Camera del Pd Chiara Braga ha ricordato in una nota «l’ennesimo tragico incidente nel Comasco”, parlando di “una piaga, quella dei morti sul lavoro, che non accenna a diminuire».

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