Quattro milioni per il post alluvione: ma le famiglie dopo un anno sono ancora sfollate

Laglio Prosegue la messa in sicurezza delle zone colpite nel luglio del 2021 e lo scorso giugno. Decisivi i contributi regionali e di Protezione civile. Il sindaco Pozzi: «Vediamo la luce in fondo al tunnel»

La luce in fondo al tunnel, come dice il sindaco Roberto Pozzi, inizia finalmente a intravedersi. Di lavoro, dalla prima alluvione del luglio 2021, ne è stato fatto, ma ancora molto c’è da fare prima che le famiglie colpite da quel disastro possano fare rientro nelle proprie abitazioni, seriamente danneggiate nella zona del torrente Caraello.

Nei giorni scorsi è arrivata la notizia dello stanziamento di altri due milioni di euro dal Dipartimento di Protezione Civile, che consentiranno di proseguire con gli interventi di messa in sicurezza. Sommando a quanto già a disposizione, la cifra impiegata per restituire al paese la normalità si aggira intorno ai quattro milioni.

Gli interventi

Come ha spiegato Pozzi, sono già stati affidati i lavori per lo sgombero del materiale detritico nel torrente Caraello a seguito di uno studio tecnico geologico: lavori in fase di realizzazione che dovranno integrarsi con gli “interventi di mitigazione del rischio” finanziati da Regione Lombardia. C’è poi la realizzazione di briglie di sicurezza poste sopra l’abitato di Ticee nel torrente Selvetta e supporto geologico con studio per l’ intervento di messa in sicurezza dell’abitato di Ticee e Soldino.

Stanziati fondi anche per la ricostruzione del ponte in via delle Frazioni sul torrente Caraello, quindi il progetto redatto dallo studio Delta di Cernobbio a firma dell’ingegnere Roberto Magnaghi, per la mitigazione del rischio in Val Caraello finanziato da Regione Lombardia con un milione di euro, di cui 600mila già erogati. Quest’ultimo è approdato alla fase esecutiva e, a breve, verrà sottoposto a validazione e verifica, per l’approvazione definitiva di giunta. Solo dopo si potrà passare alla fase di affidamento lavori.

Ringraziamenti

«Grazie ai contributi stanziati dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e da Regione Lombardia possiamo, finalmente, intravvedere una luce in fondo al tunnel - ha rimarcato il primo cittadino - ogni sforzo è stato profuso, a tutti i livelli, per riuscire a dare risposte certe in tempi più celeri possibili, alle famiglie che ancora non possono usufruire delle loro abitazioni. Ringraziamenti doverosi al dipartimento di Protezione civile, dal commissario Roberto Laffi a tutti i dirigenti coinvolti. A regione Lombardia che subito si è attivata ed è presente e disponibile con i suoi funzionari e al Prefetto di Como, Andrea Polichetti».

E ha concluso. «Nell’amministrazione pubblica i tempi non sono, forse, così lesti come nel privato, perché vanno seguite, giustamente, tutte le procedure previste dalle normative. Non dimentichiamo mai che le risorse stanziate sono denari dei cittadini e dobbiamo sempre farne buon uso e renderne conto. Si può sempre fare meglio ma, per quanto attiene la nostra realtà, ogni sforzo, ripeto, è stato profuso.Nel più breve tempo utile, partiranno ulteriori progettazioni e lavori».

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