Rincorso dai ladri: «Temevo sparassero». Il racconto del faccia a faccia coi delinquenti

San Siro La drammatica testimonianza del padrone di casa che ha sorpreso gli sconosciuti mentre rubavano nel box: «Mi hanno insultato e inseguito fino a quando non ho trovato i carabinieri. Poi sono riusciti a fuggire su un’Audi»

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«Mi hanno rincorso per duecento metri e ho temuto il peggio».

Inizia così, da questo inquietante frangente, il racconto di Andrea Bellati, il cittadino di San Siro che domenica, in tarda serata, si è ritrovato faccia a faccia con i ladri nella sua proprietà.

Potrebbero essere gli stessi che nei mesi scorsi avevano già compiuto diversi raid tra Dongo, Gravedona e Domaso e poi a Bellagio.

«Pensavo fosse uno soltanto – prosegue il malcapitato cittadino di Santa Maria – quello che in casa avevo notato nelle immagini della telecamera. Dopo aver chiamato i carabinieri e avvisato mio padre che abita in una frazione più alta, sono rimasto per mezz’ora buona ad osservare lo schermo della telecamera, poi ho preso un coltello da cucina e sono sceso sulla rampa del box».

La taverna

E proprio in quel frangente ha intuito che c’erano più ladri in azione.

«Lì mi hanno notato e ho capito che erano in tre; uno aveva in mano una piccola torcia, gli altri due qualcos’altro di metallico, presumibilmente un’arma».

In quella mezz’ora buona i malintenzionati avevano dapprima cercato di forzare l’ingresso della taverna al piano terra e poi la saracinesca del box, con l’obiettivo di salire negli appartamenti.

Quando si sono visti scoperti dal proprietario, che ha chiesti loro “cosa fate lì?”, gli hanno lanciato un insulto e poi sono corsi minacciosi verso di lui; il malcapitato ha imboccato un viale e poi la mulattiera pubblica che scende in piazza della chiesa ed è iniziata la rincorsa.

Il cellulare

«Sono anche inciampato e ho perso il cellulare – rievoca Bellati – ma ho ripreso a correre, perché loro continuavano a inseguirmi. In vista della strada statale avevo già pensato di proseguire sulla mia sinistra fino al bar, nella speranza che fosse ancora aperto. Ma ho visto l’auto dei carabinieri e ho urlato loro che li avevo dietro».

Appena sopra la piazza della chiesa, invece, ad attendere i tre c’era un complice sull’auto, una potente Audi A5 Sr; giunti allo sbocco sulla statale, i ladri sono riusciti a schivare il veicolo delle forze dell’ordine e si sono diretti a tutto gas verso Dongo, facendo perdere le loro tracce.

La mascherina

Dai video, consegnati ovviamente anche alle forze dell’ordine, si può ricostruire l’intera azione della banda: si scorge dapprima l’Audi transitare davanti all’abitazione a scendere (i tre entrati in azione nella proprietà sono scesi, evidentemente, qualche decina di metri prima); poi si vede benissimo uno dei tre ladri davanti al box con mascherina ffp2 e cappellino.

Lui e i due soci, infine, cercano di acchiappare il proprietario quando quest’ultimo chiede spiegazioni. Se Bellati non si fosse accorto della loro presenza, probabilmente avrebbero visitato altre abitazioni della zona.

«Dal timbro di voce sono convinto si trattasse di albanesi – commenta ancora il malcapitato cittadino di Santa Maria che se lì è trovati di fronte – Ammetto di aver avuto paura quando mi hanno inseguito. Temevo che potessero spararmi alla schiena e cercavo di correre spostandomi a zig-zag».

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