Truffe, raggiri e auto mai restituite: da Zelbio a Venezia, finisce la fuga

La storia Un uomo di 51 anni arrestato dalla Mobile. Accusato di reati commessi in Svizzera

Secondo il Procuratore pubblico del Canton Ticino che ne aveva chiesto l’estradizione con una domanda presentata nell’estate del 2022, ne aveva combinate un po’ di tutti i colori.

Un numero di contestazioni lunghissimo, con molteplici ipotesi di reato, principalmente concentrate in una serie di truffe e raggiri da centinaia di migliaia di franchi svizzeri e di auto in leasing mai restituite, tra cui una Porsche Cayenne turbo.

La corsa di un italiano residente a Zelbio, Daniele Panicci (51 anni) per fuggire alle autorità elvetiche, è finita sulla laguna di Venezia, in quel di Chioggia, raggiunto dagli agenti della squadra Mobile di Como che l’hanno arrestato e portato in carcere (sempre a Venezia) in attesa proprio dell’estradizione in Svizzera. L’uomo infatti, probabilmente dopo aver intuito la malaparata, si era allontanato prima da Rancate dove aveva la residenza, poi anche da Zelbio. Ma gli agenti l’hanno comunque raggiunto per contestargli le accuse cui ora potrà fornire la propria versione dei fatti.

Il fascicolo di cui parliamo è interamente gestito dagli inquirenti ticinesi e parla di una serie infinita di accuse di truffa aggravata, appropriazione indebita, amministrazione infedele, omissione nella tenuta della contabilità delle proprie aziende, falsità nei documenti, inganno nei confronti delle autorità e molto altro, presunti reati commessi in un periodo compreso tra il 17 marzo 2017 e il 26 gennaio 2022.

La questione del cinquantunenne italiano è dovuta passare prima dalla Corte d’Appello di Milano, competente nel dare una risposta alla domanda di estradizione che era stata presentata dal procuratore pubblico ticinese. E la decisione dei giudici milanesi, arrivata nelle scorse settimane, ha disposto la consegna del sospettato alle autorità elvetiche previa cattura. La squadra Mobile di Como si è così messa sulle sue tracce fino ad arrestarlo in quel di Chioggia. Il cinquantunenne è ora in carcere a Venezia in attesa dell’estradizione.

Tra le molte accuse alcune sono clamorose, come quella di aver ceduto ben 37 fatture ad una società di factoring (siamo nel gennaio del 2022) cedendo in pratica il credito da riscuotere in cambio di un corrispettivo in denaro. Piccolo particolare non ininfluente, secondo le autorità elvetiche quelle fatture erano false, tanto da permettere al sospettato un indebito profitto da 234 mila euro.

Ma truffe sono state contestate all’indagato anche in merito alla percezione dei prestiti Covid dallo stato, alla creazione di permessi di soggiorno falsi per dipendenti che poi assumeva, ad auto in leasing mai restituite come la Porche di cui abbiamo già scritto, ma anche due Audi e due Volkswagen.

Un’altra società di factoring nel 2021 sarebbe stata raggirata per una cifra di 600 mila euro, mentre una banca ticinese avrebbe rischiato di versare 50 mila franchi di prestito in base ad una situazione patrimoniale completamente (sostiene l’accusa) non veritiera. Reato solo tentato perché in questo caso l’istituto di credito si accorse prima che qualcosa non andava.

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