Un’altra invasione di cinghiali: «A due passi dalle abitazioni»

Alta Valle Intelvi La denuncia dell’assessore Mario Colombo. Devastati i pascoli dell’azienda Il Nocciolo

Cinghiali ai margini del centro abitato devastano i pascoli dell’azienda agricola «Il Nocciolo» di Luca Colombo. A lanciare l’allarme è il padre Mario Colombo, assessore al comune di Alta Valle Intelvi , già sindaco di Ramponio Verna ed in passato assessore ad ecologia ed ambiente a Villa Saporiti nelle fila del Carroccio.

«Quattro mesi d’attesa per la nomina del commissario del Comprensorio Alpino Caccia e la stagione venatoria fermata, ancora oggi pesano in termini di contenimento della popolazione di cinghiali e di danni arrecati - spiega a questo proposito Mario Colombo- Anche se i cacciatori hanno abbattuto 400 cinghiali la popolazione di questi ungulati resta ancora numerosissima e purtroppo si manifesta con devastazioni sotto gli occhi di tutti. Un danno per l’agricoltore, ma anche ambientale, perché con l’inverno alle porte quella cotica erbosa non si rigenera. Questi sono alcuni dei problemi che l’agricoltura di montagna deve affrontare. Una situazione grave - aggiunge- purtroppo generalizzata. E la convivenza è impossibile».

Da tempo ci si sta occupando di questa situazione, in un crescendo di proteste. «Il problema a monte sono stati i 4 mesi di non abbattimenti - continua Colombo - Se considera che una femmina di cinghiale produce da 24 a 32 piccoli in 2 anni- conclude- 4 mesi di non abbattimenti comportano una crescita di 8 cinghiali in più per femmina, questi sono i risultati».

Si tratta di proteste continue e generalizzate quelle di agricoltori e allevatori per quella che è considerata da anni una vera e propria invasione che riguarda tutto il territorio, dalla Valle Intelvi fino alla Bassa Comasca. Il cinghiale, come è noto, è abituato a scavare in ogni tipo di terreno sia boschivo che aperto creando danni e scompiglio lasciandosi dietro una lunga scia di polemiche e malcontenti.

L’unico rimedio per la riduzione del suide è il loro prelievo venatorio, compreso quello di selezione, poiché, in Valle, in assenza di predatori, è da considerare all’apice della catena alimentare.

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