Variante della Tremezzina, a Colonno il cantiere è fermo. Saltano i tempi promessi dal ministro

Il caso Solo i rocciatori stanno lavorando, di fatto la galleria di svincolo non sarà aperta prima di fine giugno. Già stravolto il cronoprogramma Anas annunciato a Salvini. C’è chi teme il caos in vista dell’estate

Con la consegna totale dei lavori non ancora ultimata e con lo scavo della galleria di svincolo (o salto di montone) fermo dalla seconda decade di dicembre a causa dell’alta concentrazione di idrocarburi, di fatto il cantiere dei Colonno della variante della Tremezzina è (quasi) fermo. Una circostanza peraltro notata in questi giorni anche da tanti cittadini, che vedendo la quasi totalità dei mezzi fermi e incolonnati nell’area di cantiere a ridosso della Regina ha a buon diritto pensato addirittura ad uno stop totale dei lavori. Il che amplifica i motivi di preoccupazione sia per l’andamento globale delle opere sia per la convivenza in piena stagione turistica tra cantiere e viabilità, essendo sfumata la possibilità di utilizzare gennaio e febbraio per ultimare lo scavo della galleria di svincolo, che una volta inaugurata sostituirà l’attuale tracciato della Regina.

Di fatto, al momento sono al lavoro i rocciatori che stanno predisponendo le reti di protezione. Un intervento questo - a livello visivo - completato al 90% e che dunque è anch’esso in fase di ultimazione. Ora che anche la parete che ospiterà i portali della galleria principale e di quella di servizio è stata liberata sino a raggiungere il piano strada, di fatto senza il via libera dell’Arpa - l’Agenzia regionale di protezione dell’Ambiente - per il conferimento dei materiali di scavo contaminati dagli idrocarburi il cantiere di Colonno è a un passo dallo stop totale, anche se qualche addetto presidierà comunque il cantiere.

Anas, interpellata sull’argomento, ha ammesso un rallentamento dei lavori, ma ha smentito un fermo totale del cantiere. In realtà il cronoprogramma annunciato proprio da Anas - “galleria di svincolo aperta a fine aprile” - durante la visita d’inizio gennaio del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini può dirsi stravolto. Calendario alla mano, la galleria di svincolo non sarà pronta prima di fine giugno, inizio luglio, ammesso che il nullaosta di Arpa arrivi in tempi celeri (è Arpa e non Anas ad avere in mano la partita, in questa fase). Dopodiché, una volta conclusi i lavori della galleria di svincolo e chiuso l’attuale tracciato della statale, ci si concentrerà sui due portali, quello della galleria principale e quello della galleria di servizio.

L’imprevisto

L’imprevisto degli idrocarburi - ammesso e non concesso che gli ultimi 40 metri di scavo siano “puliti” - è sicuramente costato parecchio in termini di tempi e di risorse (aggiuntive) per il loro smaltimento. E bisognerà capire come l’ultima fase delle opere potrà convivere con la viabilità ordinaria, perché in caso di brevi chiusure - nell’ordine dei 5-10 minuti - il traffico non sarà più quello delle settimane di gennaio e febbraio, ma registrerà un aumento importante, con annesso transito di bus turistici, camper e auto con targhe straniere.

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