Variante ed espropri: Anas traccia i confini
ma manca l’accordo

Tremezzina L’incontro con i privati sarà a febbraio. Addio a 15mila metri quadri di terreni, gran parte uliveti. L’avvocato: «Va ridefinito l’ammontare dell’indennità»

Si riaccendono i riflettori sul nodo forse più dibattuto dei 9,8 chilometri della variante della Tremezzina, vale a dire il tratto a cielo aperto di Bonzanigo di Mezzegra.

È l’avvocato Elia Di Matteo che ben conosce l’iter dell’infrastruttura e che assiste dieci proprietari di terreni soggetti ad espropri a comunicare due importanti novità. La prima sta nel fatto che, a seguito dell’approvazione del progetto definitivo sono state inviate da Anas ai proprietari le lettere contenenti le superfici oggetto di espropriazione.

Le novità

Superfici che ammontano - questa la prima notizia di rilievo - a circa 15 mila metri quadrati, dentro «uno dei più importanti e famosi uliveti esistenti sul lago di Como sin dai tempi di Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane», per dirla con Elia Di Matteo (dello studio legale fanno parte gli avvocati Elia, Giulio ed Elisabetta Di Matteo). La seconda notizia dentro questa vicenda - ricordando che il “no” fermo della Soprintendenza (era il dicembre 2016) proprio il tratto di Bonzanigo di Mezzegra aveva paralizzato per quasi un anno il progetto definitivo - sta nel fatto che da martedì a giovedì i tecnici dell’Anas «procederanno ad indicare, delimitare e “picchettare” il perimetro (confine) dei terreni oggetto di espropriazione e/o di occupazione”. In pratica, prenderà forma anche questa parte di cantiere. C’è un “però” dentro questo passaggio degli espropri che va evidenziato, in virtù del fatto che la partita qui non è ancora conclusa, considerato che a febbraio Anas incontrerà tutti i privati oggetto di esproprio per “esperire il tentativo del bonario componimento”.

In pratica per trovare un accordo in via definitiva, nonostante gli incontri già effettuati, anche con la mediazione del Comune.

Ed è sempre lo studio legale Di Matteo a dettare la linea di condotta, da un lato «manifestando un cauto e prudente ottimismo, nel senso che le indennità espropriative sono fissate dal Codice delle Espropriazioni» e dall’altro ricordando che «la più recente e autorevole giurisprudenza ha statuito che le indennità espropriative dovranno far riferimento al prezzo di mercato».

Vicenda aperta

Dunque, come detto, la vicenda non è ancora conclusa e febbraio sarà un mese importante (anche) per questa partita, considerato che Anas ha fissato per inizio marzo - dopo averla annunciata già in un paio di occasioni - la consegna totale dei lavori da quasi 500 milioni di euro, al momento confinati in due aggiudicazioni parziali, quella di Colonno e quella di Griante, vale a dire i due portali.

Il concetto di fondo è che qui la variante passerà “su un territorio antropizzato e urbanizzato, che insieme costituisce un importante uliveto, di cui 15 mila metri quadrati saranno espropriati e sottratti al territorio”.

«L’Anas - ha precisato l’avvocato Elia Di Matteo - oltre a rideterminare l’ammontare dell’indennità, dovrà corrispondere anche il risarcimento danni per la sconfigurazione del fondo e per la distruzione di un rilevante e importante numero di piante di ulivo».

Da rimarcare un aspetto ovvero che se i tecnici delle due parti (Anas e privati) non dovessero raggiungere l’accordo, i privati potrebbero chiedere la nomina di un terzo tecnico al presidente del Tribunale di Como per quantificare la stima definitiva. E se anche quest’ultima stima non andasse bene, la parola passerebbe alla Corte d’Appello di Milano.

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