Variante Tremezzina, i sindaci insistono: «Portiamo nel lago i materiali di scavo»

La richiesta Salvini ha assicurato un suo interessamento ma da Arpa era già arrivato un parere negativo

Ora che una nuova richiesta di utilizzare il lago per conferire - adeguatamente lavorato - una parte del materiale di scavo proveniente dal portale nord di Griante è finita sul tavolo del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (la richiesta è contenuta nella lettera consegnata al ministro dal sindaco di Griante, Pietro Ortelli, sostenuta anche da diversi altri sindaci), l’obiettivo è capire se il “no fermo” dell’Arpa (il cui presidente è nominato dalla Giunta regionale) a questa soluzione potrà essere modificato oppure se l’iter per il conferimento dello smarino dovrà rimanere quello previsto dal cronoprogramma dei lavori.

«Miglioramento dei fondali»

Al netto ovviamente delle vicende che riguardano gli idrocarburi (ne abbiamo dato conto ieri) individuati in una parte del materiale di scavo della galleria di svincolo di Colonno. Circostanza questa che ha portato in dote uno stop temporaneo ai lavori, con dialogo aperto tra Anas e impresa - anche sul lato economico - per il conferimento di questo materiale speciale.

Senza scomodare paragoni obiettivamente poco sostenibili con quanto accade a una settantina di chilometri da Como ovvero nel cantiere per il “secondo tubo” del Gottardo, dove una parte rilevante del materiale di scavo sarà utilizzato per rimodellare il lago dei Quattro Cantoni (si parla di oltre 3 milioni di tonnellate di materiale roccioso) - vale la pena riprendere le cinquantanove pagine di studio commissionato dall’Amministrazione provinciale (era il dicembre 2013) per gli “interventi di miglioramento morfologico-ambientale del lago tra Argegno e Menaggio”. Studio che, se portato a compimento, non avrebbe rappresentato una soluzione di comodo, considerato che alla fine il conferimento del materiale nel lago prevedeva circa 15 milioni di euro in più di costi.

«Lo scopo di questo documento è proprio di valutare la fattibilità di utilizzare lo “smarino” per la realizzazione di interventi di miglioramento del fondale lacustre a Lenno e Griante, quindi lungo il tracciato della variante stessa - si legge in uno dei passaggi clou del report - Il miglioramento consisterà nella diversificazione del fondale lacustre tramite l’utilizzo del materiale di “smarino” con la creazione di secche sommerse e soprattutto la realizzazione di interventi complementari che prevedono la diversificazione del fondale citata poc’anzi».

Lo studio

Nel report si legge ancora che «la scelta delle aree di intervento è stata dettata innanzitutto dalla vicinanza con il tracciato. Questo con lo scopo di ridurre al minimo il tragitto per lo spostamento del materiale e quindi minimizzare gli impatti relativi al trasporto e allo stoccaggio dello stesso».

In base allo studio da Griante sarebbero dovuti essere “trasferiti” nel lago 600 mila metri cubi di materiale di scavo, mentre dal portale di Colonno la quantità prelevata e destinata al lago sarebbe dovuta essere pari a 250 mila metri cubi. A Griante l’obiettivo finale era creare 3 grandi isole sommerse da 200 mila metri cubi di materiale l’una o due grandi aree e 10 cumuli paralleli alla costa.Ipotesi che potrebbe tornare in auge.

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