Villeggiante tedesco sparisce nel lago: trovata la barca senza Thomas

Domaso Era partito dal centro nautico giovedì pomeriggio, la vela recuperata ieri a Colico, proseguono le ricerche con elicotteri e droni. L’uomo di 66 anni trascorre le vacanze nella casa di Rezzonico

Era uscito nella giornata di giovedì con la sua barca a vela e non è rientrato a casa; la moglie, a una certa ora, ha dato l’allarme e i vigili del fuoco del comando di Como e di Lecco hanno avviato subito le ricerche a terra e in acqua.

La persona scomparsa è Thomas Glemann, 66 anni, cittadino tedesco con casa sulla montagna di Rezzonico (San Siro). L’uomo è proprietario di una barca a vela che lascia al centro nautico di Domaso e giovedì aveva deciso di uscire sul lago.

L’allarme della moglie

Ma al calare della notte i familiari si sono seriamente preoccupati e hanno chiamato i soccorsi.

Con l’attivazione dei carabinieri della compagnia di Menaggio, dalle 2 di notte sono state organizzate ricerche con droni, squadre di vigili del fuoco e saf (speleo-alpino-fluviali) al largo delle acque altolariane e sorvolo di elicotteri del 118 e della guardia di Finanza.

I fari degli elicotteri che nel cuore della notte hanno squarciato l’oscurità del lago non sono sfuggiti a molte persone che hanno assistito dalla riva alle ricerche.

Attorno alle 9.30 di ieri è stata individuata l’imbarcazione della persona , una vela di 29 piedi, alla deriva nelle acque di Colico. Non è certo un bel segnale, questo. L’ipotesi più verosimile, infatti, è che l’uomo possa essere caduto in acqua accidentalmente o essersi tuffato per un bagno senza più riuscire a risalire.

Le residue speranze di ritrovarlo vivo sono legate a un’eventuale sua presenza a terra, magari ferito e impossibilitato a muoversi.

Le ricerche sono proseguite per l’intera giornata senza riscontro e richiamano inevitabilmente quella della donna francese di 54 anni che nel maggio scorso si era tuffata da un’imbarcazione noleggiata a Dongo, senza più riemergere dalle acque di Piona.

Il marito, dopo alcuni minuti, aveva dato l’allarme e da un altro natante era stato avvistato un corpo in acqua poco lontano. Immediato l’intervento di soccorso.

Il tragico epilogo

La donna era ancora in vita, ma il medico al seguito dei soccorsi aveva riscontrato l’estrema gravità delle sue condizioni: era stata colta in acqua da arresto cardiocircolatorio e a nulla era valso l’estremo tentativo di trasportarla all’ospedale di Gravedona con manovre di rianimazione tentate fino all’ultimo.

Un tragico epilogo che a sua volta aveva evocato quello consumatisi al largo di Musso nel giugno 2019, quando Florijana Ismaili, ventiquattrenne calciatrice svizzera, si era tuffata da un’imbarcazione noleggiata senza più riemergere; il suo corpo venne rinvenuto in profondità quattro giorni dopo. Il lago è infido e una volta di più si giustifica l’importanza dell’attività di volontariato svolta dalla Guardia costiera ausiliaria e dall’associazione “Amici di Claudio”.

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