L’addio a Denis Ghizzoni, stroncato dalla leucemia a 42 anni. L’esperto: «Due o tre casi su un milione di persone»

OlgiateSconcerto tra parenti e amici per la sua morte a 42 anni, stroncato in pochi giorni dalla leucemia fulminante. Il dolore del fratello Osca e dei cugini. L’intervista al responsabile del reparto di Ematologia dell’ospedale Valduce

La morte prematura e repentina di Denis Ghizzoni, stroncato a 42 anni da una leucemia fulminante, ha profondamente scosso la comunità dove era cresciuto e tuttora viveva con la moglie Nadia e il loro figlioletto. Umanamente difficile da accettare che una persona, sportiva e in salute come era lui, possa morire in 48 ore. Lo scorso fine settimana aveva accusato mal di testa e una febbre non particolarmente alta, interpretati come una forma influenzale.

Mercoledì la corsa in ospedale a seguito di un episodio emorragico, nell’arco di due ore è andato in coma. Non si è più ripreso fino al decesso, l’altro ieri.

Un tragico epilogo

Una tragedia sconvolgente per i familiari, già duramente colpiti da gravi lutti. Il fratello gemello, Luca, era morto nel 1998 a 18 anni a seguito di un incidente in moto non distante da casa. Due anni dopo il decesso, per tumore, del padre a 50 anni.

«Nemmeno una famiglia che si trova in guerra si vede sterminata in questo modo – sostiene il fratello maggiore, Oscar Ghizzoni, ex assessore – Non sembra reale una situazione del genere. Sono credente e continuerò a esserlo, ma tutto questo non lo capisco. Adesso sono un po’ staccato dalla realtà».

Forse l’unica difesa possibile di fronte a tanto dolore che ha nuovamente investito la famiglia Ghizzoni – molto conosciuta e stimata in paese – e quella che lo sfortunato papà aveva costruito con Nadia, sposata nel luglio 2014, che lo ha reso orgogliosamente padre di un bambino che frequenta la prima elementare. Troppo piccolo per perdere il suo papà così presto e in modo tanto sconvolgente. La notizia della sua morte ha lasciato attoniti parenti, amici, conoscenti e le persone del suo ambiente di lavoro: era titolare di una concessionaria di moto in Svizzera.

La parola all’esperto

Il dottor Mauro Turrini, responsabile del reparto di Ematologia dell’ospedale Valduce è uno dei massimi esperti del settore. A lui chiediamo di capire, di fare luce sulla tragedia che ha portato alla morte di Denis Ghizzoni

Dottore, che tipo di patologia è la leucemia fulminante?

«E’ una espressione clinica per definire quei casi di leucemia acuta che presentano un decorso clinico così rapidamente evolutivo da portare al decesso del paziente in pochi giorni. E’ una malattia del midollo osseo: a causa di un’alterazione, la cellula staminale del midollo che normalmente produce globuli rossi, bianchi e piastrine impazzisce e smette di fabbricare gli elementi del sangue e comincia a replicarsi in maniera eccessiva. Nel midollo osseo si accumulano cellule non mature e c’è carenza di globuli rossi, bianchi e piastrine».

Quali sono i sintomi?

«Sovente sono subdoli perché le manifestazioni iniziali spesso si sviluppano gradualmente. Comincia a sentirsi un po’ di stanchezza che in un giovane, con una vita attiva, si attribuisce spesso a stanchezza lavorativa e stress. Di solito la manifestazione principale delle forme fulminanti è legata a una complicanza di tipo emorragico: quando le piastrine scendono sotto una certa soglia possono verificarsi emorragie spontanee, che determinano tipicamente tali forme gravi di leucemie acute».

Esistono cause scatenanti, fattori a rischio?

«Non si è vista alcuna forma di ereditarietà. Sono chiamati in causa alcuni fattori ambientali (tipo l’inquinamento), esposizioni a radiazioni ionizzanti o a precedenti chemioterapie, ma nella maggior parte dei casi, specialmente nei giovani, sono eventi casuali. Non c’è una prevenzione vera e propria. Fondamentali la tempistica della diagnostica e delle terapie che, soprattutto nelle forme fulminanti, deve essere il più rapida e precoce possibile. Sono comunque casi rari, circa il 10% delle manifestazioni».

Che differenza c’è rispetto alla leucemia cronica?

«Nella leucemia cronica il danno nel meccanismo di produzione del sangue interviene alla fine, quando le cellule sono ormai mature, in quella acuta si blocca in una fase molto iniziale e il corpo non ha più la capacità di formare sangue. Rara la forma fulminante , si registra su 2-3 casi su un milione di persone».

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