Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Venerdì 19 Dicembre 2025
Alpini, dopo 52 anni addio alla sede: «Sotto l’albero troviamo lo sfratto»
Olgiate. L’amarezza del presidente delle penne nere, Fumagalli: «Speravamo in un accordo». «Ringraziamo per l’ospitalità, spiace per i modi». Il proprietario: «Hanno accettato la disdetta»
Olgiate Comasco
Addio alla storica sede degli Alpini dopo 52 anni. La proprietà ha disdetto il comodato d’uso sottoscritto il 15 febbraio 2014. Rescissione formalizzata per il 31 dicembre 2025, con l’invito a liberare l’immobile di via Garibaldi entro il prossimo 15 gennaio.
Si chiude una storia iniziata con la messa a disposizione della sede da Lodovico Maino (alpino artigliere) e poi dal figlio Federico, fino alla lettera di disdetta inviata al locale gruppo Alpini e alla sezione di Como sei mesi prima della scadenza del contratto.
«Sotto l’albero non c’è un dono, ma una lettera di sfratto – esordisce il capogruppo Alessandro Fumagalli – Come un fulmine a ciel sereno il 28 maggio ci è pervenuta la lettera di rescissione del contratto per la vendita dell’immobile. Dopo diverse mie telefonate alla proprietà, non avendo alcuna risposta, il 27 giugno, in accordo col consiglio direttivo, ho inviato un messaggio in cui comunicavo, data l’impossibilità di intavolare un dialogo, la decisione di lasciare i locali. Il 1° luglio siamo riusciti ad avere un incontro nel quale la proprietà, accennando all’impegno morale assunto dal padre di lasciarci l’immobile finché ci fosse stato a Olgiate un alpino iscritto, si era espressa dicendo che la disdetta fosse prassi in scadenza del contratto. In quell’occasione aveva esposto lamentele sull’utilizzo della sede a suo dire non completamente in linea con lo statuto Ana, lettura su cui non concordiamo».
Apertura verso il rinnovo poi non concretizzatasi. «Il 22 settembre in un colloquio telefonico la proprietà ha chiesto la certificazione di conformità dell’impianto del gas ed elettrico. Il 26 settembre ci siamo messi a disposizione per fornire la documentazione richiesta, ma il 5 ottobre c’è stato un cambio di rotta; la proprietà ha rifiutato il confronto, sostenendo che si attiene al messaggio di giugno in cui dichiaravamo di lasciare la sede. Il 14 ottobre, trite raccomandata abbiamo chiesto la possibilità del rinnovo del contratto, ma la nostra richiesta non è stata accolta e confermata la disdetta. Abbiamo chiesto un’estensione di tempo per il rilascio dei locali per onorare gli impegni natalizi assunti».
Tanta amarezza nel dover dire addio alla casa nell’anno del novantesimo. «Non neghiamo i diritti della proprietà. Tutte le procedure sono state rispettate, ma ci sono regole morali, di educazione ed eleganza eticamente superiori – osserva Fumagalli – Ringraziamo per i 52 anni in cui abbiamo avuto la disponibilità della sede. Abbiamo operato secondo i dettami dell’associazione. Ci dispiace per i modi adottati per la disdetta, che ci saremmo aspettati diversi per rispetto delle tante generazioni che qui sono passate. Non si possono cancellare 52 anni di impegno di persone che hanno creduto sempre sulla parola di un “lascito” morale, hanno investito soldi, tempo, impegno e sacrificio per valorizzare l’immobile».
La replica
Dalla sala storica del camino riqualificata da Lodovico Maino, poi negli anni è stata sistemata la sala degli amici e ampliata la sede con il salone in fondo, la cucina e il piano superiore con un piccolo museo, oltre ad altre migliorie. Federico Maino: «E’ stata inviata la disdetta in scadenza di contratto e gli alpini l’hanno accettata».
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