Arrestato per l’omicidio della convivente. Incastrato da un’impronta sull’asciugatrice

Veniano I dettagli che hanno portato in carcere Daniele Re per la morte della compagna. La svolta quando i carabinieri hanno trovato la traccia sulla maniglia dell’elettrodomestico

Veniano

La maglia del pigiama di Ramona Rinaldi, ancora bagnata, era all’interno dell’asciugatrice. Lavata più volte, almeno tre, nel pieno della notte. Una maglia su cui gli esami avrebbero anche fatto emergere tracce riconducibili a del sangue nella parte anteriore dell’indumento. Ma chi potrebbe aver deciso di lavare, all’una e trenta della notte, il pigiama? Gli inquirenti non hanno dubbi: Daniele Re, 34 anni, arrestato su richiesta della Procura in quanto sospettato della morte della compagna che in un primo momento pareva un suicidio.

La svolta è avvenuta nella giornata di mercoledì, con l’uomo arrestato a Milano dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Como che hanno condotto le indagini coordinati dal pm Antonia Pavan. Ma, da quanto è stato possibile apprendere, ci sarebbe un ulteriore elemento a carico di Re: la maglia del pigiama non era infatti più in lavatrice, bensì nell’asciugatrice che si trova proprio sopra al primo elettrodomestico. E sulla maniglia dell’asciugatrice, i carabinieri avrebbero rilevato una impronta riconducibile al pollice dalla mano del trentaquattrenne che dunque su quell’oblò aveva appoggiato il dito per aprirlo.

Era parso strano agli inquirenti che Ramona – prima di decidere di compiere un gesto tanto estremo – avesse deciso di lavare il pigiama in lavatrice per poi spostarlo in asciugatrice. E inoltre, la lavatrice stessa non era nemmeno di ultimo modello, quindi non poteva essere stata programmata ore prima il tragico gesto. Quindi questo elemento, assieme a molti altri, aveva da dubito destato sospetto anche perché quel lavaggio sarebbe avvenuto in piena notte, attorno all’una e trenta, proprio nell’ora in cui i vicini di casa avevano detto di aver udito un forte botto provenire dall’appartamento della coppia, e proprio in un orario che l’autopsia aveva poi ritenuto compatibile con la morte di Ramona.

Il compagno, che al contrario nega su tutta la line dicendo che in quei drammatici minuti dormiva, aveva detto di essersi accorto dell’accaduto solo alle 5 della mattina, quando era suonata la sveglia della donna che non aveva però trovato nel letto. Daniele Re aveva riferito ai soccorritori di essersi avvicinato al bagno, trovato con la porta bloccata dall’interno, di aver chiamato la compagna che non rispondeva e di aver infine chiesto aiuto senza tuttavia cercare di aprire la porta a spallate, come poi fatto proprio dai soccorritori.

Ramona era stata trovata nella doccia, svestita (anche questo un elemento ritenuto anomalo, essendo pieno inverno) e impiccata. Una versione su cui gli inquirenti e il pm avevano nutrito sospetti. Ma c’è un ulteriore elemento che viene aggiunto: quella notte la lavatrice non entrò in azione una sola volta bensì tre, una dietro l’altra, passaggio anche questo impossibile da fare con una programmazione dell’elettrodomestico che era, come detto, non di ultima generazione.

Un tentativo insistito di lavaggio di quella giacca del pigiama, poi ritrovata ancora bagnata nell’asciugatrice su cui i carabinieri hanno repertato una impronta digitale del pollice dell’arrestato. Elementi che evidentemente hanno convito il gip ad emettere la misura cautelare a carico dell’uomo. L’accusa per Re è di omicidio volontario aggravato (con strangolamento) e maltrattamenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA