Bergomi e la mostra del cuore: «I miei cimeli per aiutare la Cri»

Uggiate Trevano Il campione dell’Inter e della nazionale iridata del 1982 aiuterà l’associazione nell’acquisto di un mezzo per il trasporto dei disabili

La maglia della Nazionale campione del mondo e la maglia dell’esordio nell’Inter; il pallone “All of Fame” del calcio italiano; il premio Fifa per i 100 migliori calciatori scelti da Pelè: sono alcuni dei cimeli esposti nella mostra “Maglie e trofei di Beppe Bergomi”. Aperta fino al 29 ottobre nella sede della Croce Rossa, è ad offerta libera per l’acquisto di un mezzo da 66mila euro per il trasporto di persone con disabilità e sono 56 trasportate ogni giorno.

Offerta libera

A dire il vero, non è solo una mostra, benchè organizzata con tutti i criteri di una rassegna d’arte, ma è il racconto di una vita - quella di Beppe Bergomi, classe 1963, campione dell’Inter e della nazionale mondiale del 1982 - costellata di successi sportivi, iniziata con l’esordio nel Calcio Como. Soprattutto è l’icona di un uomo molto amato per quello che è e per quello che rappresenta: la solidarietà, il legame con la comunità, l’attenzione per i deboli e i fragili. Da 40 anni, per dirne una, il “due da record” è vicepresidente dei Bindun, l’associazione con sede a Rodero che ha disseminato il territorio di bene. «Bergomi è la dimostrazione che si può essere recordman sportivi, che si può aver scritto la storia del calcio. Ma si può essere nel contempo campioni di solidarietà », ha detto, infatti, il presidente del Comitato Cri, Fortunato Turcato, nella circostanza di ieri, fra tanti presenti, il presidente dei Bindun, Romano Parnigoni, i volontari rossocrociati, gli alpini con il loro presidente Adriano Crugnola e Silvano Miglioretto, capogruppo della zona Prealpi Ovest, la Protezione Civile, il Gruppo San Maffeo, i sindaci Rita Lambrughi, Agostino Grisoni, Giuseppe Prestinari, con gli assessori, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Michele Donega, il comandante della Compagnia Gdf di Olgiate Comasco, Luca Scarano, i comandanti dei carabinieri Giovanni Giordano, Faloppio e Andrea Marino, Olgiate Comasco. Innumerevoli le persone che, come ad mito, hanno chiesto a Bergomi un selfie e un autografo, anche a nome dei nonni a casa.

« Collezionisti e cultori della materia hanno chiesto i miei cimeli – ha sottolineato Bergomi – li ho negati. E portarli via per un po’ da casa mia è stata dura. Però, ho voluto dare qualcosa a questo territorio, grande famiglia dalla forte identità e radicamento: l’ho fatto con il cuore ».

Senza precedenti

Con tanti ricordi, è una mostra senza precedenti per dar vita ad un’attrezzatura che dà qualità alla vita e che arricchisce le opere - patrimonio materiale ed umano della Cri, accumulato in 50 anni, come ha ricordato Turcato. « Queste opere fanno sorridere Dio – ha detto don Silvio Bellinello, assistente spirituale dei Bindun – aprono alla condivisione e alla fraternità ». E sulla benedizione, tutti hanno fatto il segno della Croce e della speranza.

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