Cade dalle scale di casa e batte la testa. Muore dopo un anno e mezzo di cure

Appiano Gentile Fabrizio Pagani, 40 anni, non si era mai ripreso dall’infortunio domestico. La mamma: «Aveva una grande umanità che mi rende orgogliosa. In tanti gli volevano bene»

Non si era mai del tutto ripreso da un brutto incidente domestico, dopo un calvario di un anno e mezzo è morto l’altro ieri mattina. Fabrizio Pagani – 40 anni, appianese – non è riuscito a superare una broncopolmonite insorta nelle ultime settimane, che l’ha strappato all’affetto di mamma Marilena, del fratello Stefano, della sorella Viviana e dei tanti che gli volevano bene.

Un dramma iniziato il 4 dicembre 2021. «Era caduto dalle scale di casa e aveva battuto la testa – racconta la madre – Al momento aveva reagito; dall’ospedale mi aveva telefonato. Poi ha perso conoscenza. L’hanno operato per rimuovere un ematoma diffuso, ma a causa del trauma era rimasto compromesso a livello cerebrale. Dopo quasi un mese di ricovero a Menaggio in coma vigile, era stato trasferito a Lanzo fino al 5 agosto e poi l’abbiamo portato a casa».

La tragedia

Anziché ricoverarlo in una struttura per lungodegenza, la madre si è trasferita da Appiano a Gironico in un appartamento adeguato per accogliere una persona con disabilità. «Era lui che mi dava la forza – afferma la madre – Già durante la permanenza a Lanzo aveva recuperato un po’ a livello di coscienza e cominciato a trasmettere le sue emozioni, sorrideva o si commuoveva a seconda delle situazioni. Con noi a casa aveva fatto ulteriori progressi. Sembrava ogni giorno una speranza in più, poi è subentrata la broncopolmonite. Mi chiedo perché a lui e non a me, ma non so darmi una risposta».

Una famiglia già provata dalla morte, sei anni fa, per una improvvisa crisi cardiaca del padre Osvaldo, artigiano edile nella cui impresa lavorava anche il figlio. «Ha molto sofferto per la mancanza del padre – ricorda la madre – Come mio marito, anche mio figlio era proprio buono; aveva una grande umanità che mi rende orgogliosa. Sapevo che fosse amato, ma non immaginavo così tanto. Era appassionato di pesca e di Davide Van De Sfroos, tanto che lo avevo contattato per chiedergli la sua presenza per aiutarlo a risollevarsi. Non ho avuto la soddisfazione di fargli questo regalo».

Rimasto senza lavoro dopo la morte del padre, era stato assunto in Comune come operaio manutentore, tramite cooperativa, nell’ottobre del 2017. «Era molto simpatico, gioviale, dalla battuta pronta e con una spiccata capacità di fare imitazioni – ricorda l’ex assessore Pasquale Vergottini, che insieme all’ex sindaco Giovanni Pagani sono stati vicini a lui e alla sua famiglia – Era buono e con voglia di fare. Sua madre è una eroina; dispiace che la sua dedizione sia stata in un certo senso vanificata».

I ricordi

Lo ricorda con affetto l’ex manutentore del Comune, Bruno Girola, con cui ha collaborato: «Era un gran lavoratore, allegro, gli piaceva raccontare aneddoti. Era molto legato a suo padre; la sua perdita è stata per lui un colpo durissimo. Il padre, oltre a essere una persona molto meticolosa sul lavoro, era buono, umile, dispensava consigli senza aspettarsi un ritorno e suo figlio era sulla sua stessa strada. Come suo papà, gli piaceva fare del bene, non si tirava mai indietro, era disponibile e desideroso di imparare bene a fare il proprio lavoro. Con sua mamma, che meriterebbe un encomio per come l’ha seguito e stimolato, aveva fatto progressi. Eravamo fiduciosi, ogni volta che lo andavamo a trovare sembrava aggiungesse un pezzetto». Domani alle 11 i funerali nella parrocchiale, preceduti alle 10.30 dalla recita del rosario.

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