Cinghiali, torna l’allarme a Olgiate: «Impossibile passeggiare sicuri»

Le segnalazioni L’esasperazione dei residenti in via Torino, preoccupati per la presenza degli ungulati: «Ora è diventato pericoloso anche portare fuori il cane, si rischia di essere attaccati per strada»

E’ di nuovo allarme cinghiali, paura a uscire con i cani per il rischio di aggressioni. Nelle ultime settimane si sono intensificate le segnalazioni della presenza di mandrie di ungulati nei pressi dell’area industriale di via Torino – via Milano a distanza ravvicinata dalla provinciale Lomazzo Bizzarone.

Presenze avvistate anche in altri punti di Olgiate, sia periferici che più centrali come la zona di via Torino – via Milano molto frequentata. Essendo vicina a una delle strade più trafficate, il rischio di incidenti è molto alto. Da parte di possessori di cani è crescente la preoccupazione di uscire col proprio animale per il timore che gli ungulati possano attaccare le bestiole, avvertendole come una minaccia per la loro prole. Situazione che può mettere a repentaglio la stessa sicurezza del proprietario del cane.

Diverse segnalazioni

«Nelle ultime settimane ho ricevuto diverse segnalazioni – conferma il sindaco Simone Moretti – E’ tornata a farsi pressante la presenza dei cinghiali, o quantomeno la stanno notando di più i cittadini e sono comprensibilmente allarmati. Il problema cinghiali è concreto ed evidente sotto tutti gli aspetti, sia dei danni alle attività agricole (adesso non risparmiano neppure i campi seminati a girasole), sia della sicurezza stradale che delle persone e degli animali. I cinghiali escono dal bosco e si spingono nelle zone urbanizzate anche di giorno, non soltanto di primo mattino o alla sera. E’ anche un pericolo sotto il profilo igienico-sanitario; se dovesse arrivare in provincia di Como un caso di peste suina ne deriverebbe un grosso danno per la filiera di produzione dei salumi».

«Bisogna intervenire»

Occorrono azioni forti e concrete. «I cinghiali sono troppi, sono aggressivi, dannosi e pericolosi. Non è una specie autoctona, va eradicata totalmente dal nostro territorio e limitata in riserve con un numero controllato e gestito – afferma Moretti – Non dobbiamo aspettare di avere un problema ancora più gigantesco di quanto già sia. Gli amministratori e la politica con la p maiuscola hanno fatto la loro parte (a Binago è stata realizzata una doppia cella di deposito delle carcasse, ndr). I sindaci non possono andare a sparare, o fare i piani di abbattimento. Chi deve intervenire per attuare i piani di abbattimento si prenda le proprie responsabilità».

E c’è chi, come il sindaco - agricoltore di Binago Alberto Pagani, suggerisce la soluzione adottata in Svizzera. «Nell’Olgiatese stanno prelevando diversi cinghiali, ma ormai sono presenti in un numero talmente alto che i nati superano di gran lunga i capi abbattuti – sostiene Pagani - Si dovrebbe fare come nel Canton Ticino dove hanno introdotto la stagione di caccia estiva al cinghiale (da giugno a luglio), impiegando 880 cacciatori per tenere sotto controllo gli ungulati. Sono stati abbattuti 1.100 animali».

In giugno si è svolta la caccia di appostamento sui prati al tramonto e all’alba, in luglio quella notturna da postazione sopraelevata nel bosco. Dalla scorsa settimana è partirà la nuova stagione, dedicata alla caccia alta che comprende anche cervi, caprioli e camosci. Nell’Olgiatese pure la presenza dei cervi sta raggiungendo livelli di guardia.

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