Consigliere disabile bloccato in casa sua: «Ascensore rotto, nessuno interveniva»

Fenegrò Sempre in prima linea per persone diversamente abili, è stato lui stesso in difficoltà: «Uscivo di casa e non sapevo se sarei potuto rientrare. Ho anche dovuto chiamare l’ambulanza»

L’ascensore non funziona e il consigliere in carrozzina è stato “prigioniero” in casa per giorni.

Il consigliere comunale Riccardo Di Lella, da sempre in prima linea per la difesa dei diritti delle persone diversamente abili, ha vissuto in questi giorni una situazione di difficoltà.

La vicenda

Il consigliere che segue le associazioni e lo sport, usa la sua carrozzina elettrica per spostarsi con un minimo di autonomia e seguire allo stadio anche i campioni dell’Inter, la sua squadra del cuore. Per circa un mese, invece, ha perso quell’autonomia, come racconta lui stesso.

«Da un mese sto tribolando per l’ascensore del condominio in cui vivo. Abbiamo chiamato i tecnici, sistemano l’ascensore al momento e dopo qualche giorno siamo ancora daccapo. Non riescono a risolvere il problema. Un giorno va e poi non va più. Esco di casa per delle visite e non so se posso rientrare a casa. Una situazione di disagio che è durata tanto tempo, ecco perché la rendo nota».

Nonostante anche l’amministratrice del condominio si sia attivata sollecitando l’azienda che si occupa dell’impianto a risolvere la situazione, davvero difficile per lui da gestire.

Un altro episodio nel fine settimana

L’ultimo episodio risale allo scorso fine settimana quando, una sera, Riccardo non è riuscito a rientrare in casa. Abita al primo piano di un piccolo condominio, ma per chi è in carrozzina quel piano è una barriera insormontabile che limita la vita sociale di un giovane di 26 anni in carrozzina.

Uscire per delle visite o solo per stare con gli amici è molto importante per lui.

«Nel fine settimana una sera non sono riuscito a rientrare perché l’ascensore non funzionava. È arrivato un tecnico dell’azienda che si occupa della manutenzione dell’impianto. Mio padre era un po’ arrabbiato per questa situazione che si trascina».

E ha aggiunto: «Il tecnico ci ha detto che andava a prendere un borsone e se n’è andato lasciandomi fuori di casa. Ho dovuto chiamare l’ambulanza e grazie ai suoi operatori sono stato portato in casa. Mio padre e i miei amici hanno dovuto portare la carrozzina elettrica in casa» evidenzia ancora il battagliero consigliere.

È stato costretto in questi giorni a rivolgersi a un’altra ditta che ha aggiustato l’ascensore. «Abbiamo cambiato ditta. È tornata quella precedente, molto presente e disponibile. Con un quinto dei soldi richiesti dall’altra e con un intervento di solo un’ora ha risolto il problema» segnala ancora.

Tutela dei diritti

Per tutelare il proprio diritto alla mobilità e ad una vita come gli altri aggiunge:«Sto valutando se chiedere i danni per il mese in cui non ho potuto uscire e entrare di casa. Ho danneggiato anche la carrozzina. Non è giusto che io sia stato chiuso in casa per un mese, ostaggio di un ascensore che non andava» conclude con amarezza.

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