Crac del gruppo Cartorama: «Condannatelo a dodici anni»

Turate Richiesta per Claudio Gaggio, 74 anni di Lomazzo, ora in Sudafrica. Accusato anche l’amministratore delegato

Turate

Dodici anni di pena: questa la richiesta per Claudio Gaggio, 74 anni di Lomazzo, presidente del consiglio di amministrazione del Gruppo Cartorama dal dicembre 2008 all’ottobre del 2014. Uomo da tempo via dall’Italia, residente a Franschhoek in Sudafrica e difeso in aula dai legali Fabio Gualdi e Anna Maria Restuccia, accusato di un crac con presunte ma ingenti distrazioni di fondi per 25 milioni di euro, quello appunto della Cartorama che era arrivata a fatturare 130 milioni di euro.

Le contestazioni

La richiesta è stata avanzata, di fronte al Collegio di Como, dal pubblico ministero Alessandra Bellù che ha chiesto anche tre anni e mezzo di pena per Luca Moroni, 60 anni, nato a Varese ma residente negli Stati Uniti d’America (ad Atlanta, in Georgia) e rappresentato in aula dall’avvocato Giovanna Marra. Quest’ultimo, consigliere delegato della Cartorama dal 2010 al 2014, deve rispondere sono ad una parte dei capi di imputazione che vengono invece interamente contestati a Gaggio. La sentenza è attesa per il mese di gennaio.

Le altre persone che erano finite con l’essere iscritte sul registro degli indagati dalla procura di Como in merito al clamoroso dissesto dell’azienda di Turate, dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Como in data 9 dicembre 2015, avevano già definito la loro posizione in precedenza senza arrivare in un pubblico dibattimento.

La vicenda giudiziaria era nata dal crac del Gruppo Cartorama srl (già Cartorama Holding srl). Secondo l’ipotesi accusatoria, al centro del contendere ci sarebbero risorse finanziarie pari a oltre 25 milioni di euro che sarebbero state distratte dal patrimonio finanziario nell’ambito di diverse operazioni poi finite nel mirino delle indagini e ritenute non legittime. La posizione più complicata era proprio quella di Gaggio, cui facevano capo tutti i capi di imputazione. L’azienda comasca era leader a livello nazionale nel settore del commercio di prodotti di cartoleria e di cancelleria. Le accuse parlano di bancarotta fraudolenta con una distrazione di beni dell’azienda da milioni e milioni di euro, vicende che hanno portato la pubblica accusa a chiedere le pesanti condanne a 12 anni e a tre anni e mezzo.

Conclusioni e difesa

Posizioni invece respinte dalle difese, a partire proprio dai legali di Gaggio: «Questa era una indagine che nemmeno doveva iniziare – ha detto l’avvocato Gualdi nelle sue conclusioni riassunte anche in una memoria – Il gruppo Cartorama fatturava 130 milioni, quello che è successo non aveva nulla a che vedere con distrazioni di capitale ma con la volontà di rimanere sul mercato internazionale, sopravvivendo ad una congiuntura economica devastante». «Speriamo di aver fatto luce sia sul comportamento di Gaggio – ha concluso – sia su quello di altri soggetti intervenuti».

Dopo aver raccolto le conclusioni di tutte le parti, il Collegio giudicante ha rinviato tutti a gennaio per le eventuali repliche e la sentenza. Su Gaggio pende ancora una misura ai domiciliari.

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