Croce Azzurra, troppe aggressioni : lezioni di autodifesa per i soccorritori

Rovellasca Un istruttore di Krav Maga istruisce il personale su come agire contro calci e pugni: «Insegno a come bloccare una persona senza fargli male. Così possono lavorare più tranquilli»

Sono in aumento le aggressioni ai danni di soccorritori e personale sanitario: la Croce Azzurra gioca d’anticipo e insegna ai volontari come difendersi.

Da quattro settimane alla palestra comunale di via Dante, gentilmente concessa dall’amministrazione comunale, Giacomo Passoni, istruttore, coordinatore nazionale della Krav Maga Academy, impartisce lezioni di difesa personale Krav Maga: disciplina di combattimento corpo a corpo nata per l’esercito israeliano. Davanti a lui ci sono 25 volontari, dei circa 150 totali, che imparano a divincolarsi nel caso in cui un paziente li strattoni o con la forza tenti di allontanarsi dall’ambulanza.

La disciplina

Fortunatamente a Rovellasca non ci sono stati casi gravi, come la dottoressa brutalmente aggredita a dicembre dai parenti di un paziente in un pronto soccorso a Napoli, ma nel quotidiano non è raro che un malato psichiatrico li respinga a suon di calci o stringa con forza il polso del suo soccorritore sino fargli male. Passoni: «A differenza di un’arte marziale, dove lo scopo è vincere una competizione rispettando determinate regole, nel Krav Maga s’impara a difendersi in strada dove non ci sono colpi proibiti. Cambia anche il contesto: non siamo in un palazzetto o in una palestra, l’aggressore lo possiamo incontrare sulle scale, in ascensore, dentro casa».

Il malintenzionato potrebbe essere armato. «Nella difesa personale un ruolo importante lo gioca la prevenzione: cosa posso fare per evitare il contatto fisico? Quando scorgo il pericolo, mi allontano».

Un soccorritore non sempre può farlo. «La prima mossa è la comunicazione: l’arma più potente che abbiamo. Frasi tipo “Fammi fare il mio lavoro, se mi aggredisci non posso intervenire” o ancora “Staccati di dosso o chiamo la polizia” possono avere un forte impatto».

Se invece l’aggressore non si fermasse? «Lo posso allontanare con una mano facendo una piccola leva, senza farlo cadere, oppure se lui vuole ingaggiare una colluttazione evito i colpi. Nel corso spiego come muoversi». Molti volontari hanno chiesto cosa fare quando una persona sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio si divincola sul lettino.

Gli obiettivi

«È possibile bloccarla senza fargli male. Non bisogna mai dimenticare che la reazione deve essere proporzionale all’azione: contromisure eccessive potrebbero ferire gravemente o addirittura uccidere l’aggressore». Già la consapevolezza è la lezione più importante in un corso di difesa personale. «Un soccorritore di fronte a un paziente aggressivo o un parente violento si trova spiazzato: questo può provocare stress, paura. Le lezioni servono a simulare casi limite, a comprendere cosa si prova quando qualcuno ci stringe un braccio attorno al collo o ci spintona sino a farci cadere. Quando conosciamo il pericolo, lo sappiamo gestire».

Le lezioni sono iniziate il 6 febbraio, sono 8 in programma il martedì sera dalle 21.30 alle 23. Il corso è un progetto pilota, in base al riscontro potrebbe essere adottato anche da Croce Azzurra Como, dove il contesto cittadino è più difficile rispetto a una realtà piccola come Rovellasca.

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