Delitto nel parcheggio di via Giussani. A sorpresa spunta un testimone

Le indagini Si aggrava la posizione di Omar Querenzi, indagato per la morte di Giuseppe Mazza. Sentito un giovane pakistano avvicinato alla fermata del bus pochi minuti prima dell’omicidio

Spunta un testimone a sorpresa nell’indagine per l’omicidio di Giuseppe Mazza per cui è stato iscritto sul registro degli indagati Omar Querenzi, 32 anni di Albiolo. Il particolare, che fino ad oggi non era ancora emerso, va ad aggiungersi alla mole di elementi già nelle mani della squadra Mobile di Como e del pubblico ministero Simone Pizzotti, che pezzo dopo pezzo stanno costruendo attorno alla vicenda un puzzle dalle linee sempre più precise.

Le registrazioni

Il testimone in questione si colloca proprio nei pochi minuti trascorsi tra il tentato omicidio del ragazzo ventiquattrenne del Salvador, avvenuto tra via Paoli e via Giussani alle 11.58, e quello che per la procura è l’orario dell’omicidio, ovvero le 12.04 dell’11 agosto 2022.

Le telecamere riprendono Omar aggredire il giovane del Salvador colpendolo alla gola con un coccio di bottiglia mentre quest’ultimo sta dandogli indicazioni per raggiungere il vecchio ospedale Sant’Anna. Poi l’indagato viene ripreso mentre si allontana lungo la via Giussani, per ricomparire infine nel parcheggio della scuola intorno alle 12.04, nel punto in cui era parcheggiata l’auto della vittima.

Un fatto di cronaca che fino a ieri non era noto, sempre lì, nella zona del delitto

In quei sei minuti per percorrere meno di 200 metri, ci sarebbe stato però un altro fatto di cronaca che non era fino a ieri noto e che avrebbe coinvolto un’altra persona. Intorno alle 12, infatti, un ragazzo descritto in tutto e per tutto come simile a Omar incrocia uno straniero del Pakistan, all’altezza della fermata dell’autobus dove c’è l’uscita di via Spartaco. Lo straniero avrebbe descritto il giovane vestito con i pantaloni corti e con una bottiglia di vetro in tasca. Gli avrebbe chiesto dei soldi per poter prendere il bus, e al rifiuto del pakistano avrebbe fatto il gesto di portare la mano alla tasca per estrarre la bottiglia di vetro che teneva lì nascosta. Lo straniero, accorgendosi di quanto stava avvenendo, avrebbe fatto in tempo a dirgli – quasi scusandosi – di essere povero. Il ragazzo in pantaloncini corti, che per la procura di Como era Omar, a questo punto avrebbe tolto la mano dalla tasca lasciando il collo della bottiglia e allontanandosi verso il parcheggio della scuola dove alle 12.04 è stato visto entrare.

Nuovi riscontri

Questo nuovo elemento – che sarebbe noto agli inquirenti fin dal primo giorno delle indagini – ha ovviamente portato ulteriori riscontri alla pista che la squadra Mobile stava seguendo, ovvero quella della responsabilità di Omar Querenzi nell’omicidio del povero signor Mazza che si trovava solo qualche metro oltre al pakistano, seduto all’ombra nella sua auto Volkswagen Lupo. Di certo, lo straniero sentito dagli agenti è ora un testimone chiave dell’accaduto, ennesimo elemento in possesso del pubblico ministero e della polizia per ricostruire il barbaro delitto di Rebbio.

Un omicidio in cui un ruolo altrettanto importante - oltre alle testimonianze - giocheranno le telecamere e anche la bottiglia usata per uccidere e che è stata recuperata dalla polizia.

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