Domani i funerali di Roberto e Graziella. Cerimonia unica, nella parrocchiale

Uggiate con Ronago. In attesa dell’esito delle autopsie, è stato autorizzato l’ultimo saluto. Verrà celebrato alle 10 nella chiesa dove la moglie era catechista e ministra dell’Eucarestia

Uggiate con Ronago

Domani, ultimo giorno dell’anno, alle ore 10, Roberto Bianchi e Graziella Botta entreranno nella chiesa parrocchiale di Uggiate per l’estrema benedizione e per l’estremo saluto.

Per loro, suoneranno le campane, dapprima sommesse e poi preludio di Resurrezione e le note dei bronzi scenderanno dal campanile e giungeranno alla loro casa di Trevano, dove i due coniugi e il cagnolino sono stati trovati privi di vita la sera del 20 dicembre, di solstizio d’inverno e di luna nuova.

Entreranno con le “ceste di dolore e i grappoli d’amore” delle loro vite, come dice l’inno liturgico di solito intonato dalla Corale e saranno davanti all’altare, vicini al presepio, sotto lo sguardo della Madonna: hanno pregato tanto, in questa chiesa, hanno testimoniato il Vangelo anche nella società, lei catechista e ministra dell’Eucaristia, servizievole all’oratorio per i bambini e i ragazzi e lui sempre presente, da volontario capace di battute brillanti, di accoglienza e di cordialità.

Una Comunità li aspetta, all’arrivo sul sagrato della macchina delle Onoranze Funebri Dal Monte, lungo le navate che profumano ancora di Natale, un Natale venato di tristezza in paese e nei dintorni, un Natale di solidarietà per i figli Damiano, Giuliano e Serena e le loro famiglie, intrecciate con tante altre famiglie.

Sarà commozione, la stessa che ha attraversato in questi giorni la Comunità religiosa e la Comunità civile, tanti segni in memoria dei due coniugi anche durante gli incontri natalizi e le cerimonie sacre e tra i principali, le luminarie e gli addobbi spenti per una sera, espressione di cordoglio e di fratellanza. Loro c’erano, da fratelli e da uggiatesi legati alla Comunità, nella vita quotidiana e straordinaria della popolazione, discreti ed attenti, c’erano con spirito di servizio e di relazione.

Roberto percorreva le strade di Uggiate con il suo cagnolino al guinzaglio, il solito giro in paese, il caffè al bar, la “perla del giorno”, cioè la battuta, saggia o scherzosa e poi la passeggiata a Somazzo, al santuario di San Giuseppe, il Santo venerato dagli Uggiatesi e da tutta la zona di confine, tra i boschi e teneva in tasca un po’ di croccantini in più semmai ci fosse qualche altro cane in giro da coccolare ed occasione per attaccar bottone con il proprietario.

Si esprimeva anche così, con piccoli gesti, in apparenza insignificanti, la generosità di Roberto che aveva 78 anni; Graziella uno in meno ed all’oratorio erano considerati come “ i nonni” dai ragazzi e dai giovani che avevano seguito nei giochi, nei Grest, nelle merende e nelle festicciole. Si sono presi per mano, i ragazzi e i giovani, quando hanno saputo che i nonni non saranno più qui a cantare con loro. Ma lo sapranno: non se ne vanno mai davvero le persone amate e che hanno amato.

Il loro spirito resta, memoria e consolazione.

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