
Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Domenica 17 Agosto 2025
Esequie di don Livio: le parole d’addio
di Paolo Berlusconi
Oltrona Il ricordo del cugino: «Eravamo molto legati, persona generosa, spesso veniva da noi ad Arcore» - Grande appassionato di montagna, era benvoluto
Oltrona
L’abbraccio corale della comunità di Oltrona a don Andrea Livio, ieri, nel giorno dei funerali. Chiesa gremita per l’ultimo saluto al sacerdote oltronese, cugino dell’ex premier Silvio Berlusconi, morto a 80 anni.
Fra i parenti, presente Paolo Berlusconi, fratello del Cavaliere, rientrato appositamente dalla Sardegna.
«Andrea era l’ultimo dei nostri parenti ecclesiastici, dopo tante cugine e zie suore, che se ne è andato – ha ricordato Paolo Berlusconi – Ha celebrato molte delle nostre unioni, il matrimonio di Marina, i battesimi dei suoi figli e molte messe ad Arcore insieme a mio fratello. Era uno dei nostri più cari parenti con cui abbiamo condiviso molte cose. Il funerale, con tante presenze, è una testimonianza di come fosse benvoluto, amato dalla gente e il bel ricordo che lascia in tutti noi. È stato una longa manus della generosità soprattutto di Silvio (contribuì al restauro degli interni della chiesa di Brolo San Vito a Lomazzo, ndr) e questo ci rende orgogliosi di lui».
Numerosi confratelli hanno partecipato alle esequie presiedute dal prevosto, monsignor Erminio Villa, concelebrate col vicario episcopale, don Alberto Pini, in rappresentanza del vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, che non ha potuto essere presente: «Si era recato in ospedale per fargli visita – ha detto don Alberto – e per dargli il conforto della benedizione del Signore».
Il ricordo di don Alberto
Toccante il ricordo di don Alberto Clerici e don Agostino Clerici che, allora giovani parrocchiani, conobbero don Livio quando novello prete a 36 anni (vocazione in età adulta) fu mandato a Rovellasca come vicario: «Con le sue catechesi ci ha messo in mano le chiavi per aprire i tesori della Bibbia e penetrare dentro la profondità della teologia. Una ricchezza culturale cui si affiancava la costruzione di percorsi di fede nella gioia dello stare insieme e nel servire i più piccoli: ricordiamo i campi estivi a Biandino, Macugnaga, Sant’Anna di Vinadio, le giornate di spiritualità nel monastero di Grandate, i giochi in oratorio. Il cuore di don Andrea toccò la profondità della sofferenza, quel 31 luglio 1984 (disgrazia durante un campo estivo in cui morirono due giovani rovellaschesi) che lo fece invecchiare precocemente, anche se non si lasciò rubare il coraggio e la dedizione».
«Aveva un sogno»
«La nostra amicizia è proseguita anche quando don Andrea ha svolto il suo ministero altrove. I mercoledì in montagna, la condivisione di momenti di preghiera e di scalate sulle Dolomiti della Val Gardena per oltre trent’anni. Nel 2011 decise di andare in pensione. Aveva un sogno e lo volle inseguire; in quel sogno di una fraternità di persone è da ricercare il don Andrea che abbiamo conosciuto di meno. Ora quella fraternità che, invano, ha cercato di costruire quaggiù ha un nome: Paradiso». Presenti anche Roberto Longoni che lo ha assistito per oltre 10 anni, il sindaco Antonio Giussani e il vice Angelo Stradella.
«Don Andrea – afferma Giussani - era un persona di qualità, buona, mite, di grande cultura». Al locale cimitero, dove riposerà accanto ai genitori, una componente dell’ex circolo giovanile parrocchiale ha ringraziato don Andrea: «Per i momenti di amicizia, confronto, condivisione e i preziosi insegnamenti, tradotti nel nostro cammino di vita nella fede e impegno sociale».
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