Finisce male l’era di Uggiate: tensione e insulti all’ultimo consiglio

La fusione con Ronago La seduta ha rischiato di degenerare. L’ex assessore Arena, ora in minoranza, ha accusato la giunta di: «svendere il paese»

Un Comune nato 85 anni fa esatti cessa di esistere nella turbolenza.

Da domani, Uggiate sarà Comune unico con Ronago e il consiglio comunale dell’altra sera doveva essere l’ultimo non solo di una legislatura, ma di una storia. Invece, ad opera della minoranza, è trascorso tra annunci di esposti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, requisitorie e gogna per il capo dell’ufficio tecnico comunale,architetto Stefano Ferrari, attacchi personali contro l’assessore ai lavori pubblici Fortunato Turcato, epiteti e maggioranza terrea.

Lo “scontro”

Ad un certo punto, l’ex assessore Stefano Arena, sfiduciato nel settembre scorso, ora minoranza a sé, si è alzato, ha attraversato lo spazio tra i due lati del banco a ferro di cavallo, ha “rampognato” la capogruppo di maggioranza Franca Bordessa e s’è avventato contro Turcato che stava replicando alle sue critiche. Arena aveva parlato di spreco di denaro pubblico, di «vendita e svendita del paese in modo ignobile», di clientele e di servilismo, di «Uggiate preso per i fondelli» e colpevolmente rassegnato, di bugie e falsità e poi, tra l’altro, parlerà anche di concorsi truccati.

Due gli argomenti roventi all’ordine del giorno: gli oneri di urbanizzazione che dovevano essere versati dalla Società Sace costruttrice del supermercato Tigros, 216 mila euro non ancora incassati, a tre anni dalla costruzione, ma detratti dal totale per opere pubbliche addossate alla Società. La consigliera di minoranza Evelina Bernasconi ha sottoposto l’architetto Ferrari a 17 domande e ad ogni risposta ha intravisto contraddizioni, condotte illegali e illecite, inadempienze della Giunta e del tecnico e « se non sono stati versati gli oneri – ha sospettato – il permesso di costruzione non è efficace ». Arena ha aggiunto che « porterà avanti la denuncia alla Guardia di Finanza ».

Dal canto suo, il capogruppo di minoranza, Diego Dondelli, intende accedere agli organi giudiziari e contabili sull’acquisto, approvato dalla maggioranza, di un capannone industriale in via Foscolo, 8mila metri quadrati, 800 coperti, un milione e 472mila euro il costo, imposte comprese.

« Ne siamo orgogliosi – ha dichiarato Turcato – Abbiamo sempre lavorato onestamente e per il bene dei cittadini e questo paese non è una catastrofe. Il capannone è in vendita: non possiamo perdere l’occasione per acquisirlo al patrimonio pubblico, insediarvi gli archivi comunali, il ricovero mezzi, la sede della Polizia Locale ed altro, anche in funzione del nuovo Comune».

Questioni di procedura

Ma Evelina Bernasconi e Dondelli hanno sollevato questioni di procedura: il capannone è stato acquisito all’asta giudiziaria da un privato per 710mila euro; non sono stati fatti bando di ricerca di altri siti e manifestazione di interesse, « secondo il buon andamento di ogni amministrazione », sottolinea la dottoressa Bernasconi;la perizia di parte doveva essere confrontata con la perizia del tribunale e « a tre giorni dalla scadenza, non si fa un’operazione del genere che impegna il bilancio per due annualità».La storia di una comunità finisce così.

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