I bambini a Roma con il Papa: «Ci ha parlato come un nonno»

Solbiate con Cagno La quarta della scuola primaria all’udienza in Vaticano. Domanda al Pontefice: «Cosa fai quando ti arrabbi?». «Bevo acqua e passa»

Come un nonno che raccoglie tutte le energie per parlare ai nipoti e per sentirli parlare di cose grandi e di cose piccole: così è apparso Papa Francesco, lunedì, agli alunni e alle alunne di quarta elementare della scuola “Emilia Bernasconi”, l’unica in tutta la provincia presente all’incontro in Vaticano con settemila bambini provenienti da tutto il mondo.

“Impariamo dai bambini”

”Impariamo dai bambini”, era il titolo dell’incontro organizzato dal Dicastero per la cultura e la comunicazione della Santa Sede con diverse associazioni e il Pontefice l’ha detto subito: « C’è bisogno di imparare dai bambini e io sono sempre felice quando vi incontro».

Ma erano tutti preoccupati: la mattina, Francesco aveva rinunciato a parlare ai rabbini perché si sentiva poco bene. E invece, nel pomeriggio, era in forma, per dirla in breve, ha colpito bambini e bambine con la sua semplicità di linguaggio e di gesti, con la sua gentilezza e la sua disponibilità, come hanno detto alunni ed alunne che con il Santo Padre hanno espresso tutta la loro spontaneità. Sono stati accompagnati dalle loro maestre Viola Belcastro, Katia Erbisini, Enrica Mattera Russo, da Massimiliano Branchini, dirigente dell’istituto comprensivo di Valmorea a cui Cagno appartiene, dal provveditore Giuseppe Bonelli e dalla dirigente provinciale Mariacira Veneruso.

La scuola

«Tutto il plesso di Cagno ha partecipato ad un’esperienza unica – sottolinea la maestra Belcastro – e ringrazio le colleghe rimaste in classe, con gli alunni e le alunne, per un collegamento in diretta del nostro incontro con il Papa. E ringrazio le famiglie che si sono fidate di noi». Un’emozione comune, a distanza di più di 630 chilometri «e un’organizzazione perfetta», aggiunge l’insegnante, sottolineando che i bambini hanno portato al Papa il patrimonio di valori trasmesso anche a scuola, conoscevano parole come accoglienza, condivisione, dono e come si concretizzano. E proprio di vita come dono e condivisione ha parlato il Papa, oltre che di pace, di orrore della guerra, di bambini vittime.

E poi di cose quotidiane. Qualcuno ha chiesto: « Quando il Papa si arrabbia, che cosa fa? ». E Francesco: « Quando mi arrabbio, bevo un bicchiere d’acqua. Bevetelo anche voi ». E quando salutate qualcuno, come simbolo di pace, ha pure detto, tendetegli la mano. I bambini e le bambine di Cagno l’hanno già messo in pratica tra loro, ma che strana coincidenza: al Papa hanno portato un libro con i messaggi di tutta la scuola. Il disegno sulla copertina è stato realizzato dal professor Sergio Casalbore, docente di arte ed immagine della scuola media e raffigura due mani che si tendono, una di un adulto, una di un bambino. Si sarà commosso anche il Papa, con la tenerezza di un nonno che riceve i disegni e i pensierini dei nipoti.

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