Il virus non si ferma
«Siamo al picco
della terza ondata»

IL’indice Rt resta alto, ma inizia a diminuire «L’augurio è di vedere a breve una discesa dei casi». Diminuisce l’età media dei contagiati, ora è sui 40 anni

Abbiamo raggiunto, forse, il picco. La terza ondata potrebbe essere arrivata al culmine dei suoi contagi, dopo l’introduzione della zona arancione rafforzata e la successiva attuale zona rossa.

I numeri

A Como i numeri continuano a crescere, ma meno velocemente. L’ultima settimana (da giovedì 11 a giovedì 18 marzo) i nuovi comaschi tracciati sono stati 2.130, il 18,5% dei tamponi analizzati ha dato esito negativo, una percentuale che non si vedeva da novembre e che peraltro ora vede nel conteggio anche i meno affidabili tamponi veloci.

L’incidenza dei nuovi positivi settimanali è pari a 362,9 ogni 100mila abitanti, detto che la massima soglia d’allarme oltre la quale saltano i tracciamenti e scatta il lockdown è 250.

Nei sette giorni precedenti (da giovedì 5 a giovedì 11 marzo) i nuovi contagi nella nostra provincia erano stati 1.959, con un tasso di positività pari al 17,8% e un’incidenza a 333,8 casi. L’aumento settimanale dei contagi è dell’8,7%.

Guardando alla settimana ancora precedente, a cavallo tra febbraio e marzo, i positivi comaschi individuati erano stati 1.787, quindi 304,5 ogni 100mila abitanti in sette giorni, con un 16,7% di tamponi positivi. La salita settimanale dei contagi è stata del 9,6%. Nell’ultima settimana di febbraio, sempre da giovedì a giovedì, i nuovi casi positivi nel territorio lariano erano stati 1.510, con 257,3 casi settimanali ogni 100mila abitanti e un 15,6% di tamponi positivi. L’aumento in sette giorni dei contagi è stato del 18,3%. In percentuale si è passati da 18 punti di aumento a 9 e quindi a 8.

La crescita c’è, ma rallenta. Tutti questi dati sono stati forniti dall’Ats Insubria. «L’augurio è di avere raggiunto il picco – ha detto il direttore sanitario dell’Ats Insubria Giuseppe Catanoso – e di vedere a breve una discesa». Detto che comunque il confronto dei contagi rispetto a quattro settimane fa, un mese, fa spavento e che molti di questi contagiati hanno già mostrato dei sintomi tali da chiedere l’aiuto degli ospedali. All’interno della provincia la pandemia va peggio a Erba, poi a Cantù e a Mariano, quindi a Como e a Olgiate, infine a Lomazzo e sul lago.

La velocità di contagio

L’indice Rt, che ci dice quante persone un singolo positivo sta per infettare, è ancora sopra all’1, quindi siamo in una fase espansiva. Ora però è a circa 1,2 quando invece il 18 febbraio era ad 1,5.

Cala ancora l’età media dei nuovi positivi verso i quarant’anni, con una crescita pur non così marcata dei giovani sotto ai 24 anni. Un fatto che, con le scuole chiuse, fa pensare a comportamenti poco attenti e alla diffusione della variante inglese che si trasmette più rapidamente nella popolazione non ancora adulta.

Sono 299 i positivi tracciati a marzo a Como oltre gli 80 anni, 708 se sommiamo anche gli over 70. Sono invece 745 i comaschi contagiati sempre nel corrente mese sotto ai 19 anni, che diventano 1.255 se sommiamo anche gli under 30. Semplificando sul totale dei positivi siamo a un 26% di giovani contagiati a marzo contro un 15% di anziani.

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