«Incassò i soldi di un risarcimento destinato a un cliente»: indagato un avvocato di Como

L’inchiesta Obbligo di dimora nei confronti di un professionista cui la Procura di Sondrio contesta i reati di truffa e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Sul registro degli indagati, ma per il solo reato di truffa, è stata iscritta anche una sua collaboratrice

Un avvocato del foro di Como, 66 anni, originario di Lurate Caccivio e residente ad Appiano Gentile, è stato iscritto sul registro degli indagati della procura di Sondrio con le ipotesi di reato di truffa e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Nei guai anche una sua collaboratrice di studio.

Il legale, Giacomo Rodolfi, più legato all’ambito civile ma con anche cause penali portate avanti in carriera, iscritto all’Albo degli avvocati comaschi dal 2003, studio in via Giulini, Cassazionista dal gennaio del 2016, è finito nei guai in seguito ad una indagine della Guardia di finanza.

La ricostruzione

Proprio le Fiamme gialle ieri hanno dato notizia dell’attività in corso. Una vicenda ancora tutta da chiarire, in cui filtrano pochissimi particolari e, soprattutto, in cui manca la voce del legale – che ieri abbiamo provato a contattare ma senza successo – e che è venuta a galla in seguito all’esecuzione di una ordinanza di obbligo di dimora disposta dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Sondrio.

Contestualmente è stato anche eseguito un decreto di sequestro preventivo e per equivalente nei confronti dello stesso professionista comasco, indagato come detto per truffa e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

L’attività di polizia giudiziaria è stata portata avanti dai militari delle fiamme gialle della Compagnia di Tirano. All’origine di tutto, tra l’altro, ci sarebbe un tragico incidente stradale del 2019 in Valtellina con vittima una ragazza che era in auto con una amica.

Da quanto è stato possibile ricostruire, l’avvocato comasco avrebbe tratto un utile non lecito, ottenendo il risarcimento assicurativo per le spese legali di sua competenza senza però comunicarlo ai suoi assistiti e chiedendo loro «un ulteriore compenso di oltre 300 mila euro».

Questa condotta – sostiene la guardia di finanza di Sondrio – sarebbe stata «replicata con le medesime modalità nei confronti di altri familiari della vittima, anch’essi beneficiari del risarcimento».

E sarebbe stata proprio la famiglia a denunciare il loro avvocato dopo aver intuito che qualcosa non andava.

«Le indagini condotte hanno permesso di appurare che i compensi illecitamente richiesti erano confluiti su un conto corrente nella disponibilità del professionista ma intestato ad una sua collaboratrice», aggiungono le fiamme gialle, che in seguito a questo avvio di indagini accertarono anche l’esistenza di un «pregresso ingente debito dell’avvocato nei confronti del fisco, mai onorato».

Il maxi sequestro

Oltre all’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora, il giudice - sulla base degli accertamenti patrimoniali eseguiti - ha disposto il sequestro delle somme e dei beni per un valore complessivo di oltre 375 mila euro.

Tutto quanto fin qui raccontato, è bene sottolineare, è quanto riferito dalla guardia di finanza, in attesa che anche la difesa possa fornire la propria versione in merito a quanto viene contestato e che al momento appare – inutile nasconderlo – particolarmente sgradevole.

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