Incontro con il generale Pellegrini: fu il “braccio destro” di Falcone

Fenegrò Testimone dell’impegno della lotta contro la mafia: «Ricordiamo chi è morto per aver fatto il suo dovere»

In paese per la giornata della legalità il generale dei Carabinieri Angiolo Pellegrini, “braccio destro” del giudice Giovanni Falcone.

L’Istituto Comprensivo di Fenegrò con i quattro Comuni consorziati ha invitato il generale, testimone dell’impegno nella lotta contro la mafia, autore di “Noi, gli uomini di Falcone. La guerra che ci impedirono di vincere”.

Sul palco dell’auditorium oltre all’ospite accolto da Claudio Canobbio, sindaco di Fenegrò, i sindaci Luigi Berlusconi di Lurago Marinone, Danilo Caironi di Limido Comasco e il vicesindaco di Cirimido, Davide Massimo Rizzi. Presente anche il comandante della Compagnia Carabinieri di Cantù Christian Tapparo, la dirigente scolastica Angela Serena Ildos oltre a comandanti di stazioni dei carabinieri del circondario e amministratori locali.

Un pubblico attento di genitori e studenti ha seguito con molto interesse il racconto del fidato collaboratore del giudice Giovanni Falcone, a capo dal 1981 al 1985 della sezione Anticrimine dell’Arma dei Carabinieri.

Ha ripercorso la formazione del pool antimafia e gli esiti del maxiprocesso di Palermo. Quando Pellegrini arriva a Palermo la mafia tiene in pugno la Sicilia, l’unico che con coraggio si oppone alle cosche è il giudice Falcone. Tra i suoi collaboratori, c’è il generale Pellegrini con l’amico dirigente della Squadra Mobile di Palermo Ninni Cassarà che pagherà con la morte la sua integrità. Il generale ha ricordato la figura del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e con commozione l’attentato di Capaci, in cui fu ucciso il giudice Falcone e quello del giudice Paolo Borsellino.

Toccante il ricordo delle passeggiate a Roma insieme a Falcone. «Lì respiravamo l’aria della libertà. A Palermo non eravamo più uomini liberi-ha proseguito il generale -Dobbiamo continuare a parlare di Falcone e Borsellino ai ragazzi perché siano onesti e integri. Tante associazioni oggi portano avanti le loro idee di giustizia. Non dimentichiamo i loro nomi e di tutti quelli che sono stati uccisi per aver fatto il loro dovere». Parole le sue, chiuse da un lungo e caloroso applauso.

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