«Io, bibliotecaria per 42 anni»: l’ultimo mese di lavoro di Daniela nella biblioteca di Villa Guardia

La storia Entrata in servizio nel 1981, si era occupata dell’asilo nido comunale. Poi la “folgorazione” che l’ha portata a entrare in biblioteca e a rimanerci per oltre quarant’anni

Quello di maggio sarà l’ultimo mese di lavoro per Daniela Garzera, classe 1962, la storica bibliotecaria che dal 1981 lavora per il Comune di Villa Guardia, ininterrottamente. Daniela andrà in pensione a fine maggio. La sua è una storia di lavoro, passione, affetto e cura per quel gioiellino che è la biblioteca comunale, inserita nel parco della villa comunale, e per l’utenza, le persone e le famiglie, che frequentano la biblioteca.

Daniela Garzera è di Appiano Gentile, ma come confida «dal punto di vista affettivo ho forse un legame più forte con Villa Guardia che con il mio paese». Una memoria storica importante perché Daniela iniziò a lavorare nel 1981 all’asilo nido comunale, quello che c’era a Maccio (dove oggi c’è la materna) che poi fu chiuso, come tanti nidi comunali nei paesi attorno, un’altra bella storia archiviata e ormai dimenticata, ma non da Daniela: «Ho cresciuto bimbi che oggi hanno formato una famiglia, bambini di Villa Guardia, Montano Lucino, Lurate Caccivio, Parè… poi dal 1994 sono passata alla biblioteca comunale, davvero una vita in biblioteca, questa è la mia casa».

Un unico datore di lavoro, il Comune di Villa Guardia, una struttura bellissima, in un contesto magico, quello del maestoso parco della villa comunale e una vita lavorativa fatta di gentilezza unita al brio e al fatto di saper dire la propria nel contesto in cui si opera. A Villa Guardia ogni mese si arrivano a prestare anche 1.500 libri e l’utenza della biblioteca è varia, spesso il sabato la biblioteca è presa d’assalto, complice anche il fatto di essere collocata nel parco vicino al parco giochi.

«Sono contenta di andare in pensione perché è giusto così, il Comune ha già individuato chi mi sostituirà, una persona che mi affiancherà nel mese di maggio, sarà un mese tosto, a cui passerò le tantissime consegne – dice la bibliotecaria – qui conosco ogni spigolo, ogni libro, la loro posizione. La mia preoccupazione è per l’utenza, ho il cuore qui. Dal primo giugno staccherò il cordone ombelicale, ma non con gli utenti, ho visto nascere e crescere famiglie, questo luogo e quel che significa è quasi come un figlio».

Lavorare nell’ambito della cultura e farlo con la dedizione ed il trasporto di Daniela è un plus per chi conosce e frequenta la biblioteca comunale. «A maggio piangerò – confida – ho lavorato per 30 anni in questo posto bellissimo, l’unico cruccio è che non si sia fatto un ampliamento, ma sono sicura che prima o poi lo faranno. Chi lavora in biblioteca ha una grande fortuna, io mi sento fortunata, lascio tutto in ordine, libri in buone condizioni, lascio un gioiello, ma conserverò i rapporti con le persone».

La biblioteca comunale fa parte del sistema bibliotecario dell’ovest Como nel gruppo dei bibliotecari ha molti volti storici, in questo periodo diversi sono i pensionamenti. Sarà duro sostituire persone come Daniela, ma la cura, il desiderio di tenerlo vivo e vivace, l’affetto per chi utilizza il servizio della biblioteca, fondamentale in ogni paese, tanto quanto è fondamentale arricchirsi attraverso la lettura e la fruizione di contenuti culturali, fanno parte di un modo di essere e di fare che può essere trasmesso a chi arriverà.

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