La denuncia: «Riti satanici, stupri di gruppo e lesioni». Sotto inchiesta due genitori affidatari

Locate Varesino La Direzione distrettuale di Milano chiede e ottiene due misure cautelari. I presunti fatti risalirebbero a dieci anni fa. A denunciare una donna ora residente in Toscana

Hanno subito venticinque procedimenti penali. E praticamente ogni volta ne sono usciti senza accuse. Ma la presunta vittima, che li addita come stupratori e autori di inimmaginabili riti satanici, ha continuato a puntare il dito. Si è rivolta a più Procure differenti. Ha denunciato complotti. E alla fine ha trovato chi ha raccolto lo sfogo e deciso di tradurlo in un provvedimento cautelare. La Procura distrettuale di Milano ha chiesto e ottenuto un obbligo di dimora e un divieto di avvicinamento, con tanto di braccialetto elettronico, per una coppia di Locate Varesino, accusata di reati gravissimi: riduzione in schiavitù, violenza sessuale pluriaggravata, lesioni. Reati che, però, non hanno fatto scattare l’arresto in carcere bensì due misure (eseguite dalla polizia nelle ultime ore) cautelari “minori”: un divieto di avvicinamento alla presunta vittima e un obbligo di dimora in quel di Locate, con tanto di braccialetto elettronico.

La denuncia

La vicenda, come si potrà intuire fin dalla premessa, è particolarmente complessa. A raccontarla agli inquirenti una donna quarantenne residente da tempo in Toscana ma che una ventina di anni fa era stata ospitata a casa della coppia finita sotto inchiesta, marito e moglie genitori affidatari di decine di bambini nel corso della loro vita. I fatti per i quali il giudice delle udienze preliminari di Milano ha emesso le misure cautelari, risalgono a una decina di anni fa. Quando, stando alla denuncia, la casa di Locate Varesino si sarebbe trasformata nel teatro di riti satanici (con tanto di crocifissi ribaltati e simbologia inneggiante il diavolo), di stupri e violenze sessuali di gruppo. Ma non solo. Perché la donna ha anche raccontata di essere ripetutamente stata sequestrata, chiusa in un furgone e lì abusata e poi abbandonata in mezzo alla strada.

Riscontri e suggestioni

Le accuse e le denunce sono state quasi tutte archiviate, ma più recentemente la vicenda è tornata a occupare i tavoli della magistratura. A sostegno dell’accusa due particolari. Il primo: la presunta vittima ha avuto un figlio dall’uomo ora accusato di violenza e riduzione in schiavitù. Vicenda che l’indagato avrebbe ammesso, parlando di una relazione durata quattro mesi con la donna in un momento di crisi con la moglie. Il secondo: esistono certificati medici che attestano che la quarantenne ha subito una infibulazione, di cui lei accusa la coppia di Locate Varesino.

Indagine quantomai complessa, accuse infamanti tutte da dimostrare, sullo sfondo di richiami al satanismo che fanno sempre effetto ma che, nella maggior parte dei casi, finiscono poi per essere smentiti. E dunque restiamo ai fatti: due persone sono indagate per riduzione in schiavitù e stupro di gruppo. Loro si proclamano del tutto innocenti. La magistratura non se l’è sentita, nonostante la serietà delle accuse, di arrestarli. E la perquisizione non avrebbe consentito di trovare riscontri - quantomeno sul satanismo e i crocifissi rovesciati - di cui si fa menzione nelle denunce. Ma per entrambi è scattato il braccialetto elettronico per verificare che nessuno si avvicini alla presunta vittima.

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