Liste d’attesa per gli esami nella sanità pubblica. Ora anche i medici sono preoccupati: «Non si trovano posti»

Sanità Pazienti costretti a spostarsi fuori provincia: «Il problema delle liste d’attesa non è affatto risolto». E alcune strutture rispondono: zero disponibilità

Non solo i pazienti, anche medici e specialisti si lamentano delle liste d’attesa per gli esami e, non trovando posti, si rivolgono ai privati oppure cercano un appuntamento fuori provincia per i loro assistiti.

L’assessore uscente al Welfare, Guido Bertolaso, ospite a Como nei giorni scorsi ha detto che i tempi d’attesa per visite ed esami sono già calati del 30% rispetto ai momenti più difficili della pandemia. L’impressione dei cittadini e dei pazienti, ricetta alla mano, è differente. Anche i camici bianchi continuano a segnalare le difficoltà.

«È un problema reale – dice Giordano Molteni, per anni primario dell’Otorinolaringoiatria del Sant’Anna e oggi consigliere comunale – Non avendo soluzioni alternative, invio diversi pazienti a Le Betulle, la casa di cura ad Appiano Gentile che ha anche un poliambulatorio. Certo su Como servirebbe un impegno aggiuntivo». «A Sondrio c’è più posto – suggerisce Mario Guidotti, a lungo primario della Neurologia del Valduce – Bisogna andare a fare una gita in Valtellina se si vuole trovare un appuntamento. Per i pazienti realmente urgenti l’unica è pregare il radiologo o l’amministrativo di turno per trovare un buco in tempi rapidi. Il nodo liste d’attesa comunque è anche una questione di appropriatezza. Occorre prescrivere solo gli esami davvero necessari. Non bisogna alimentare la domanda di cure».

Tempi lunghi

Però fatica anche chi ha bisogno realmente. Una radiografia per sospetta frattura al polso, due mesi di attesa invece di 10 giorni. Una colonscopia, nove mesi invece di 60 giorni. Esistono anche alcune prestazioni che risultano bloccate. «Sempre più spesso gli ospedali rispondono di non avere le agende “aperte” – dice Raffaella Petruni, medico di famiglia – è capitato anche a me, per una mammografia. Sant’Anna, Valduce, Synlab o Villa Aprica. La difficoltà riguarda tutti, è generalizzata. In sostanza ai pazienti non fanno prenotare. L’altro giorno è successo con un esame per l’osteoporosi. Niente da fare, la mia assistita è tornata indietro perché non c’era l’agenda. Così è peggio di prima, non c’è proprio più posto, altro che lista d’attesa lunga».

Le testimonianze

Una lettrice ha avuto lo stesso problema per un agoaspirato alla tiroide, per sospetta neoplasia. Non potendo prenotare dal centralino è dovuta andare di persona in ospedale. A gennaio in Valduce le hanno dato un appuntamento ad aprile, molto oltre il termine. Al Sant’Anna hanno risposto che febbraio era al completo e che su marzo non vedevano l’agenda e che avrebbero chiamato, ma non hanno ricevuto risposte utili. Quindi con una nuova ricetta continuando a cercare ha prenotato un appuntamento nella Bergamasca. «Ho appena rimosso a un cittadino un neo sospetto, in regime di libera professione - racconta Dorian Pessina, medico di base di Como andato in pensione da poco – In ospedale non vedevano date per questo paziente esente. Non avere disponibilità a fine anno è forse comprensibile, ma a febbraio è un guaio. Nessuno pretende di trovare un posto domani, ma in tempi ragionevoli sì. Andare fuori porta è un’alternativa, ma non va bene per tutti e comunque significa che ci sono problemi seri».

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