Lomazzo, il papà di Tex Willer
«In quarantena da una vita»

Il disegnatore Claudio Villa si racconta dopo che a febbraio è uscito il suo Texone «Riscopriamo la contemplazione»

«In quarantena io ci vivo già da quarant’anni», a raccontarlo è Claudio Villa, disegnatore e illustratore noto a livello internazionale come il, “papà” di Tex Willer.

«Diciamo subito che dal punto di vista lavorativo, praticamente la mia vita non è cambiata - spiega l’artista - da quarant’anni vivo immerso nel mio studio. Esco solo per consegnare e quindi tra una quarantena e gli “arresti domiciliari” non percepirei proprio alcuna differenza. Quel che cambia, in negativo, è la sensazione di precarietà diffusa.: nessuno sa se il suo lavoro sarà lo stesso “dopo”. Di certo questa “clausura” indotta fa riscoprire cose che avevamo dimenticato, presi da tutte le distrazioni disponibili fino a poco tempo fa».

«In questo periodo di “ristrettezze” ludiche mi sento di sottolineare che da diciassette anni ho lavorato ad una storia speciale di Tex che è uscita proprio poco prima che venisse dichiarata la quarantena progressiva in Italia- racconta Villa - neanche a farlo apposta è come se avessimo pensato, alla Sergio Bonelli Editore, di aiutare i nostri fedeli lettori, e chiunque volesse riscoprire il buon vecchio Tex Willer, a passare nel miglior modo possibile questo difficile momento».

Il 22 febbraio è uscito infatti in edicola il Texone numero 35 intitolato “Tex - L’inesorabile”, di ben 240 pagine. Scritto da Mauro Boselli, è un western classico che vede Tex correre in soccorso di un amico sceriffo rimasto ferito gravemente, alle prese con degli spietati banditi.

«Il mondo della fantasia è uno strumento che aiuta a stare meglio in situazioni come queste, impegna la mente il giusto e ristora l’animo aggiunge ancora Villa – provate infatti a pensare ad un mondo senza artisti, cantanti, attori, scrittori e fumettisti. Avreste certamente meno opportunità di riempire i “vuoti” che ci si trova a vivere».

Anche Villa percepisce il difficile momento che tutti stiamo vivendo e lancia un messaggio di speranza per il futuro: «Ne usciremo, questo è certo – conclude Villa - se migliori di prima o no dipende da noi. Lasciamo però dietro di noi la “velocità” e riscopriamo la “contemplazione”. Avremo in questo modo molti più “gusti” da assaporare, quelli che prima ci sembravano magari essere soltanto insipidi e poco significativi».

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