L’ultimo saluto a Denis Ghizzoni, travolto da leucemia fulminante. «Chi abbiamo perduto è ovunque noi siamo»

OlgiateIn tanti ai funerali del papà morto a 42 anni, stroncato in pochi giorni dalla leucemia fulminante. L’abbraccio alla moglie Nadia e al figlio Riccardo

«L’amore di cui siete stati capaci è il regalo più bello che avete fatto a Denis».

Parole di conforto e speranza pronunciate dal prevosto, don Flavio Crosta, ieri per l’ultimo saluto a Denis Ghizzoni. Papà di 42 anni, morto in 48 ore per una leucemia fulminante. Tanto dolore e commozione di fronte al feretro del giovane padre accanto alla moglie Nadia e al loro figlioletto, vicini fino all’ultimo.

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Immagine straziante

Immagine straziante. «Vorrei accostarmi, a nome di tutta la comunità, al dolore dei familiari di Denis e vorrei farlo con tutta la tenerezza che voi meritate e la delicatezza di cui siamo capaci. Siamo qui a condividere questo momento di fede, consapevoli che noi non viviamo il dolore lacerante che vi brucia in cuore, ma permettetemi di venire a voi con l’abbraccio di tutti. Confessiamo con sincerità che si fatica a trovare le parole giuste in questo momento» ha esordito il parroco nel cercare di dare conforto a una famiglia provata da un altro grave lutto. Luca, il fratello gemello di Denis, morì nel 1998 a 18 anni a seguito di un incidente in moto. Due anni dopo venne a mancare il padre Ugo, a 50 anni, per un tumore.

«Denis ci lascia in questo giorno d’inverno, lasciando tutti noi in silenzio e al freddo, un gelo che non solo è nell’aria ma anche nel cuore di chi lo ha amato e lo ama ancora. Denis ci ha lasciato con una domanda che tutti, ora, ci stiamo ponendo: “Perché?” Purtroppo a questo quesito nessuno può dare risposta. Però il nostro “Perché?” può diventare un grido a Dio Padre se vissuto insieme a Gesù. Abbiamo un grande vuoto, perché la persona che si amava non c’è più fisicamente. E questo vuoto non può essere riempito da nessuno, perché quello era il posto di Denis. Siamo qui con Gesù. Lui, più che spiegare il perché del dolore, è venuto a riempirlo del Suo amore».

Gli indissolubili legami d’affetto. «La morte lascia un dolore al cuore che nessuno può guarire, ma è altrettanto vero che l’amore lascia un ricordo che nessuno può rubare – ha rimarcato il prevosto – Il regalo più bello che si può dare a una persona che soffre è stare accanto, anche in silenzio, un silenzio che parla perché dice presenza e amore. L’amore di cui siamo capaci è il regalo che vorremmo donare alla moglie Nadia, al piccolo Riccardo, al fratello Oscar e alla mamma Carla. Vogliamo condividere con voi l’incrollabile certezza che ricordava Sant’Agostino: «Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo».

Il feretro all’esterno

Con questo richiamo alla forza indivisibile dell’amore, familiari, amici e conoscenti hanno accompagnato il feretro all’esterno della chiesa. Disegni per il piccolo Riccardo, per provare a rendergli un po’ più lieve il distacco dal papà, e manifestazioni vicinanza alla famiglia.

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