’Ndrangheta, infiltrazioni in provincia. Parlano gli imputati: 100 euro per fare l’autista e 250 per il prestanome

Lomazzo Il processo a Como a undici imputati, ieri mattina in Tribunale hanno preso la parola due componenti della famiglia Ficarra

’Ndrangheta, infiltrazioni in provincia. Parlano gli imputati: 100 euro per fare l’autista e 250 per il prestanome
L’esterno di Palazzo di Giustizia a Como

«Con queste accuse rischiamo di vedere la nostra vita rovinata per sempre. Non abbiamo mai fatto minacce o estorsioni, non c’entriamo nulla con la ’ndrangheta. Sì, facevamo truffe, io anche per pagarmi il vizio del gioco e chiedo scusa, ma i soldi che prendevamo finivano sui tavoli del Casinò oppure in macchine di lusso, non andavano alla malavita».

A parlare, ieri mattina in Tribunale a Como, sono stati due componenti della famiglia Ficarra, entrambi arrestati nell’ambito dell’indagine che aveva messo al centro dell’attenzione le infiltrazioni della ’ndrangheta nella nostra provincia, con storie di estorsione, minacce per vessare imprenditori, artigiani e chiunque potesse fare “gola” dalla criminalità. Una attività criminale che aveva – ritiene la Dda di Milano – tra i promotori Domenico Ficarra (detto “Corona”, che già aveva a lungo testimoniato nelle precedenti udienze) e che ruotava anche attorno alle false cooperative che il commercialista di famiglia, Massimiliano Ficarra, faceva nascere e poi morire dopo averle svuotate.

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