Olgiate, il monito del prevosto
«La vera solidarietà è pagare le tasse»

Don Folladori: «Grazie al fisco contribuiamo al bene comune, soprattutto in questi giorni difficili. Dobbiamo imparare da San Gerardo a capire i bisogni»

«Pagare le tasse è una forma alta di carità». Parole del prevosto, don Marco Folladori, pronunciate dal pulpito durante la celebrazione della solennità di San Gerardo.

Pagare le tasse è un dovere di solidarietà. Tanto più in momenti difficili come quello attuale.

Il ragionamento

«Tante volte pensiamo che la carità sia un po’ di elemosina, una offerta qua e là, ma importantissima è la carità sociale – ha dichiarato il prevosto - Atteggiamenti quotidiani che sono di aiuto al nostro prossimo. Rispettare le norme di distanziamento per evitare che altri si ammalino, soffrano e forse anche muoiano è una forma di carità sociale».

Don Marco ha aggiunto: «Una forma alta di carità è contribuire con le tasse al bene comune. Abbiamo visto in questi mesi tante difficoltà nella sanità per carenza di fondi, che può darsi siano stati destinati a cose altrettanto importanti, però di certo c’è anche l’abitudine a non pagare le tasse, a non dare il nostro contributo e per questo tante persone soffrono».

«Forse non ci accorgiamo, ma anche pagare le tasse è un modo di essere vicini alle persone che hanno più bisogno» Invito cui si associa il sindaco Simone Moretti: «Il pagamento delle tasse e tributi ha un valore fondamentale perché garantisce tutti i servizi locali. In un momento di difficoltà come questo è importante cercare di diluire, o rateizzare il più possibile le scadenze per andare incontro alle famiglie e alle attività commerciali».

E aggiunge: «Se i Comuni potessero avere a disposizione in questo momento anche la quota di Imu dei capannoni D, che invece va in quota parte allo Stato, potrebbero anche allargare le maglie degli aiuti per la ripartenza».

Attenzione alle nuove povertà. «Un altro modo per farsi vicini al prossimo è guardarci intorno, capire quali sono i bisogni e quali sono le persone che soffrono, che sono tante – ha sostenuto il prevosto - Ce ne sono sempre state tante, ma in questa situazione in cui molti hanno perso o perderanno il lavoro non possiamo che aspettarci un aumento della povertà. Farci vicini vuol dire innanzitutto essere molto attenti alle nuove povertà».

«La Caritas parrocchiale è molto attenta - aggiunge il prevosto -, ma dobbiamo essere attenti anche noi a capire dove c’è il bisogno e segnalarlo con molta discrezione e molto rispetto. Guai se girassimo la testa e ci chiudessimo in noi stessi».

Gli altri inviti

Riprendendo il monito di papa Francesco a invertire la rotta per tutelare la casa comune, il pianeta in cui viviamo, anche il prevosto ha indicato: «Il rispetto del Creato come un atto di amore verso il prossimo. Dobbiamo modificare tanti nostri comportamenti e stili di vita che contribuiscono a sfruttare, depredare e rovinare il mondo».

La distanza fisica, che viene richiesta come misura di sicurezza, non deve diventare anche una distanza sociale.

Da qui l’appello di don Marco: «Siamo in una situazione in cui l’amore per il prossimo diventa ancora più necessario del solito. Dobbiamo imparare da San Gerardo come capire i bisogni, le situazioni che si stanno vivendo e tradurli in atti concreti di carità».

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