Sei anni nel garage di casa per costruirsi la barca

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In sei anni ha costruito da solo una barca a vela. Una storia straordinaria, fatta di manualità e pazienza, se si pensa che Enrico Munaretto – 70 anni, residente in paese, fotoincisore in pensione – ha cominciato questa impresa a suo modo colossale, creando un veliero da un semplice disegno.

«Sono sempre stato appassionato di bricolage fin da bambino – racconta – Già una quindicina di anni fa avevo costruito una prima barca da regata transoceanica con cui ho navigato dieci anni, che poi ho venduto a ragazzi di Marina di Massa. In quell’occasione la realizzammo in dieci mesi e mezzo, ma eravamo in tre e ci eravamo fatti tagliare i pezzi da un’azienda che vendeva un kit e li abbiamo assemblati. Stavolta l’ho fatta da solo partendo da zero. Mi hanno fornito soltanto i disegni, il resto è stato progettato e realizzato da me. E’ una barca in stile d’epoca con armo aurico (la randa è trapezoidale, anziché triangolare); sono appassionato di questo genere di imbarcazioni dei secoli scorsi».

Conosce ogni centimetro della sua barca, varata l’altra settimana, di cui è comprensibilmente orgoglioso. «A nessuno verrebbe in mente di mettersi a costruire da solo una barca – spiega Munaretto - Dopo un anno che ero in pensione mi mancava qualcosa da fare materialmente, toccare il legno e lavorarlo. Una persona che conoscevo mi ha dato piani di una barca che avevo visionato più volte. Ho cominciato con il costruire un modellino scala 1 a 10 per valutare le difficoltà. L’anno dopo ho cominciato a costruirla. Ho acquistato da un commerciante della zona i pannelli di compensato e le travi in legno, li ho tagliati, assemblati e pezzo dopo pezzo la barca ha preso forma. Ho costruito dallo scafo all’albero, le sponde e la cabina, tranne le tre vele. L’ho stuccata, levigata, protetta con vetroresina e verniciata di blu. E’ una barca a vela di piccolo cabotaggio (4 posti), lunga sette metri, larga 2,40, con albero alto 6,40 metri».

Un concentrato di creatività e ingegno. «Giro in camper da 42 anni e sono abituato a trovare soluzioni per non sprecare spazi, ma riorganizzarli – prosegue Munaretto – La mia barca sotto coperta non permette di stare in piedi (altezza 1,40 metri). Ho realizzato due tettucci sollevabili in maniera che, quando è ormeggiata, li si apre e si arriva a un’altezza di 1,90 metri . Il bagno è ricavato in una parte della zona notte; con un meccanismo si crea una paratia e una volta finito di usare i servizi igienici si abbassa un marchingegno e diventa un letto matrimoniale».

Ci ha lavorato, nel garage di casa, quasi ogni giorno. Una barca unica, con una dedica speciale. «L’ho chiamata Pinuccia, il nome di mia moglie, che ha avuto la pazienza di sopportarmi e supportarmi in questo lavoro durato sei anni». E’ ormeggiata a Domaso, pronta a solcare le acque del Lario. «Oltre a mia moglie, ci porterò anche i miei figli Alessandro e Cinzia e gli amici – conclude Munaretto – E’ bellissimo condividere la sensazione di essere sospinti dal vento».

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