Sentenza annullata per l’uomo che accoltellò il rivale uccidendolo: «Non fu eccesso di difesa personale»

Mozzate La Corte di Cassazione ribalta la decisione dell’Appello: il processo è da rifare. Briancesco era stato condannato in primo grado a dieci anni per omicidio, scesi a due e 8 mesi

Ancora un colpo di scena nella vicenda del colpo di coltello al cuore che pose fine alla vita di Lorenzo Borsani, 36 anni, all’esterno della casa della ex moglie.

Quello che per il giudice di primo grado (in Abbreviato, davanti al gip Andrea Giudici) era stato un omicidio volontario (10 anni di condanna) compiuto al termine di una colluttazione con Flavio Briancesco, 53 anni di Locate Varesino, per la Corte d’Assise d’Appello era stato solo un eccesso colposo di legittima difesa, con il computo degli anni che era di conseguenza sceso a 2 anni e 8 mesi, con aggiunti i 6 mesi per il porto del coltello a lama estraibile che era stato quello utilizzato nella lite.

Colpo di scena

Ma ieri, in questa storia di sangue che di sorprese ne ha già riservate molte, la Corte di Cassazione ha annullato quest’ultima sentenza – che aveva fatto molto discutere – rimandando di atti a Milano. Secondo i giudici romani, infatti, è necessario il «rinvio per un nuovo giudizio ad un’altra sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano».

Cancellato, dunque, l’eccesso colposo di legittima difesa che era stato stabilito in secondo grado. Le motivazioni di questo nuovo ribaltone non sono ancora note e saranno pubblicate nei prossimi giorni.

La decisione

La storia di cui stiamo scrivendo avvenne nel 2020 (era il 6 agosto) a Mozzate. Flavio Briancesco era stato arrestato dai carabinieri poche ore dopo la lite finita in tragedia. L’imputato, quel giorno d’estate, si era recato in via Turati a casa della ex moglie della vittima nonché amica della compagna dello stesso Briancesco, per cercare di aggiustare la lavatrice della donna. Attorno alle 18, uscendo di casa, aveva trovato le gomme della sua Mercedes Classe A bucate. Nella via, in quel momento era sbucato Borsani al volante della sua Fiat Panda. I due avevano subito iniziato a litigare, nonostante il tentativo della ex della vittima di dividere i due contendenti.

Ad un certo punto, nel pieno della colluttazione, Briancesco – lui disse di essersi spaventato, e per questo motivo di essersi armato – prese dalla propria cassetta degli attrezzi un coltello a serramanico, di quelli con la lama che deve essere estratta (un Opinel 10 con una lama di 10 centimetri), e con quell’arma colpi Borsani uccidendolo.

Un solo colpo che tuttavia si rivelò fatale avvenuto proprio davanti agli occhi della donna per cui i due stavano litigando. La vittima infatti – infuriata – aveva chiesto cosa Briancesco facesse nella casa della ex intimandogli di non tornarci più.

La difesa aveva chiesto l’assoluzione per legittima difesa, oppure – in subordine – la condanna per un eccesso colposo di legittima difesa. Una tesi che il giudice di Como Andrea Giudici, in Abbreviato, respinse condannando l’imputato a 10 anni.

In Appello, di fronte alla Corte d’Assise, giunse invece il primo ribaltone che è stato però cancellato dalla Cassazione nell’udienza di queste ore. Le carte, dunque, tornano a Milano. Non sono ancora note, come detto, le motivazioni e la data della nuova udienza.

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