Truffa, finto poliziotto ruba 30mila euro

Cadorago L’uomo ha telefonato insieme a un falso dipendente di Poste. La vittima convinta a eseguire tre bonifici

Cadorago

Hanno contattato la vittima, una donna residente nel comune di Cadorago di 32 anni, spacciandosi per un agente di polizia e per un dipendente di poste italiane.

Poi, con le abilità tipiche proprio di questo tipo di raggiri, l’hanno convinta del fatto che fosse in corso una attività di verifica del tipo “Postagiro” legata a motivi di sicurezza. Si tratta di una serie di bonifici bancari con cui al cliente viene fatta trasferire una somma da un contro corrente postale ad un altro, spesso per motivi di prevenzione contro rischi o altro.

La telefonata

Solo che i nuovi Iban indicati non erano quelli dell’eventuale nuovo conto, ma quelli dei malviventi – o comunque di complici – che hanno dunque ricevuto la somma su cui ora sono in corso le indagini dei carabinieri. L’ennesima truffa in provincia di Como di cui si ha notizia, risale in realtà alla fine della scorsa settimana anche se la vicenda si è appresa solo ieri. Importante l’ammontare di quanto scomparso dalle disponibilità della vittima: stiamo parlando di una cifra complessiva di quasi 30 mila euro.

Partiamo però dall’inizio, ovvero da quando il 30 maggio scorso una donna di Cadorago riceve sul proprio telefono cellulare una chiamata da un uomo che si finge dipendente delle poste, con accanto un altrettanto finto agente di polizia. Sono le ore 12. I due raccontano la solita storia, relativa ai rischi del vecchio conto e alla necessità di far uscire tutti i contanti per reindirizzarli – per motivi di sicurezza – su un secondo conto rifugio in cui proteggerli.

La donna, da quanto è stato possibile ricostruire, avrebbe così ricevuto un nuovo Iban all’apparenza di un proprio nuovo conto. E su questo sono poi stati fatti confluire ben tre bonifici del valore rispettivamente di 11 euro, 14 mila euro e infine di 4 mila euro abbondanti, per un totale di poco inferiore ai 30 mila euro.

La denuncia

Inutile a questo punto andare oltre, perché l’Iban in questione non apparteneva affatto alla correntista ma ai truffatori che sono quindi entrati in possesso dell’enorme quantitativo di contanti. Alla vittima non è rimasto altro da fare che correre dai carabinieri della Compagnia di Cantù per sporgere denuncia querela e raccontare la propria storia, nella speranza che i militari dell’Arma riescano ad intercettare le cifre prima che sia troppo tardi risalendo anche eventualmente ai nominativi dei malviventi. Le indagini sono appena iniziate e al momento non ci sono ulteriori informazioni disponibili.

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