Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Mercoledì 29 Ottobre 2025
Truffa superbonus, sequestrati 28 milioni
L’inchiesta Congelate le proprietà e i conti correnti di marito e moglie. Sotto inchiesta anche cinque professionisti comaschi
Como
Quasi non c’erano neppure i ponteggi. Eppure la società aveva già chiesto l’incasso dei crediti previsti dal superbonus. La Procura di Como ha chiesto e ottenuto un maxi sequestro preventivo a carico di due imprenditore di Lomazzo accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato. Tra il 2020 e il 2024 avrebbero incassato quasi 28 milioni di euro non dovuti dallo Stato (a titoli di crediti d’imposta) ai danni di 136 proprietari di immobili. Sessanta di questi della nostra provincia.
I Nuclei di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Como e di Gorizia hanno eseguito il sequestro disposto dal Tribunale di como su richiesta del procuratore capo, Massimo Astori. A essere congelati i beni immobili, i conti correnti, le quote societarie e i titoli azionari di Marco Toppi, 44 anni originario di Mariano ma residente ad Appiano Gentile, e della moglie Marina Patanè, 45 anni. I due sono l’amministratore di fatto (secondo l’accusa) il primo, l’amministratore di diritto la seconda della Isoterma srl di Lomazzo.
Sotto inchiesta, ma a carico dei quali non c’è stato alcun sequestro, anche cinque professionisti residenti nel Comasco e accusati di falso per aver asseverato inesistenti conclusioni delle opere previste o stati di avanzamento lavoro per consentire a Isoterma di incassare i crediti d’imposta.
Il meccanismo era tutt’altro che facile da scoprire. Perché al contrario di altre indagini su truffe analoghe, in questo caso i lavori venivano effettivamente avviati e moltissimi sono stati anche chiusi. Basti dire che la Guardia di finanza ha fatto accertamenti su 157 cantieri e che, di questi, 21 sono risultati assolutamente regolari. Non gli altri. Con alcuni eseguiti parzialmente. Altri terminati con tempi differenti rispetto a quelli certificati. Altri non ancora iniziati.
In buona sostanza i coniugi Toppi avrebbero sfruttato il superbonus per far crescere la propria attività economica senza dover ricorrere a prestiti o crediti bancari, ma facendosi pagare dallo Stato attraverso la monetizzazione dei crediti d’imposta previsti per i lavori del 110%.
E infatti la Isoterma è passata da un fatturato di 5 milioni del 2020 a ben 70 milioni di euro tre anni dopo.
L’inchiesta ha preso il via nel dicembre 2022 su denuncia di una proprietaria di casa che aveva affidato i lavori del superbonus alla società lariana. Andando a guardare il proprio cassetto fiscale la donna ha scoperto che la Isoterma aveva già chiesto e incassato gli oltre sessantamila euro del suo credito d’imposta, peccato che i lavori non erano quasi iniziati.
Fiamme gialle e Procura hanno accertato che i professionisti legati ai due imprenditori comaschi avrebbero asseverato l’esecuzione parziale di interventi (con avanzamento lavori al 30% o al 60%) per poter incassare la relativa quota di crediti, a fronte di lavori mai iniziati o iniziati a ridosso del rilascio dell’asseverazione stessa; e ancora: la conclusione degli interventi a fronte di lavori non ancora conclusi o persino non ancora iniziati (43 casi).
I finanzieri di Como e Gorizia, a ieri, avevano provveduto al sequestro di circa una decina di milioni di euro tra immobili, contanti, titoli e quote sociali. La Procura sta anche valutando la possibilità di chiedere l’amministrazione giudiziale della società, che dà lavoro a 27 persone.
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