Un biglietto di sola andata per Capo Verde
«Dopo la morte di Ramona voleva fuggire»

Veniano A Daniele Re, in cella per omicidio volontario, contestato il pericolo di fuga - Prima del presunto suicidio della convivente cercava sul web i Paesi senza estradizione

Veniano

Qual è il Paese senza estradizione dove si vive meglio al mondo? Daniele Re, l’uomo in cella con l’accusa di aver ucciso la convivente Ramona Rinaldi e di averlo fatto simulando un suicidio, aveva cercato su internet quali nazioni non hanno accordo di estradizione per l’Italia. E lo ha fatto ben prima della tragica notte tra il 20 e il 21 febbraio scorso, quando soccorritori e inquirenti sono entrati nell’appartamento al secondo piano della palazzina di vicolo Pozzo a Veniano, dov’era il corpo senza vita della donna.

Via dall’Italia

Tra i motivi che hanno spinto la Procura di Como a chiedere e il giudice delle indagini preliminari a emettere un’ordinanza di custodia in carcere per Daniele Re, vi è anche il pericolo di fuga. Gli investigatori hanno temuto che l’uomo, il quale - è bene ribadirlo - dal canto suo si è sempre professato innocente negando di aver mai ucciso la sua convivente, volesse scomparire per sempre. E dopotutto era stato lui stesso, sottoposto a intercettazioni telefoniche e ambientali, a dire alla madre di volersene andare.

Ma se quello con la madre poteva anche essere scambiato per uno sfogo di fronte a un evento così tragico e al pesantissimo sospetto che dietro alla morte di Ramona ci fosse la sua mano, le ricerche effettuate sul web assumono ben altra rilevanza.

E ben altra rilevanza ha assunto l’acquisto, da parte dello stesso Daniele Re, di un biglietto di sola andata per l’isola di Capo Verde, proprio uno dei Paesi che non ha accordi di estradizione con l’Italia.

Secondo gli investigatori - l’indagine è stata condotta dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Como e coordinata dal pubblico ministero Antonia Pavan - questa doppia circostanza non sarebbe una sfortunata coincidenza, ma la prova che l’uomo potesse avere qualcosa da nascondere o, meglio, qualcosa da cui voler fuggire.

Quando l’attenzione su di lui da parte dei Carabinieri si è fatta più pressante e quando il convivente di Ramona ha saputo di essere formalmente indagato per omicidio volontario, l’ansia di trovare un modo per lasciare l’Italia lo ha spinto a una serie di contatti anche con delle agenzie di viaggi. Con una peculiarità: evitare, nel limite del possibile, di utilizzare un aereo in decollo dall’Italia, ma piuttosto provare a raggiungere uno scalo all’estero in barca a vela o, addirittura, con qualche volo turistico su piccoli aeroplani, come quelli dell’Aeroclub di Brescia, ente contattato nei mesi successivi alla morte di Ramona.

In silenzio

Dopo aver risposto alle domande del pubblico ministero nel corso degli interrogatori delle scorse settimane, quando lui era ancora libero, Daniele Re si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte al giudice delle indagini preliminari nel corso dell’interrogatorio di garanzia.

Il suo legale, l’avvocato milanese Davide Montani, dovrà ora studiare il voluminoso fascicolo d’inchiesta prima di decidere il prossimo passo della strategia difensiva. Nel frattempo l’uomo resta in carcere, a San Vittore.

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