Vicini di casa accoltellati per i rumori: padre e figlio patteggiano quattro anni

Turate Antonio Gorgoglione, 78 anni e Roberto, 35 anni, si trovano agli arresti domiciliari. L’aggressione era stata innescata dal trambusto per la partita di calcio Italia - Macedonia

Hanno scelto la via del patteggiamento (che è poi stato ratificato dal giudice Massimo Mercaldo) un padre e un figlio di Turate che erano stati accusati dalla Procura della Repubblica di Como (pubblico ministero Antonio Nalesso) del tentato omicidio di due vicini di casa con cui avevano litigato per futili motivi.

Il pm a dire il vero, al termine delle indagini preliminari, aveva chiesto il giudizio immediato ma la difesa di Antonino Gorgone, 78 anni, e di Roberto Gorgone (35 anni) ha poi lavorato nei mesi scorsi per arrivare ad ottenere un accordo per il patteggiamento della pena che è stato trovato e ratificato davanti al gup.

Indagini dei carabinieri

Il padre ha infatti chiuso la propria vicenda penale con quattro anni e mezzo, mentre il figlio è arrivato a quattro anni. Entrambi sono ai domiciliari e a entrambi sono state concesse le circostanze attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti, questo per non aver creato ostacoli nelle fasi successive all’accaduto per permettere ai carabinieri della Compagnia di Cantù di ricostruire esattamente l’accaduto.

Del resto, a carico di padre e figlio, c’erano plurimi elementi di responsabilità e non solo legate alle dichiarazioni delle persone offese che erano due vicini di casa, Eliana Teresa La Spina (40 anni) e il marito Angelo Mescuglio, 38 anni, entrambi seguiti in questi mesi dall’avvocato Francesca Binaghi.

La vicenda

I fatti avvennero nella corte di via San Gerolamo la mattina di sabato 26 marzo 2022. Tra i due nuclei vicini di casa i rapporti erano tesi da tempo. L’ultimo motivo di attrito pare fosse risalente a due sere prima dell’accoltellamento, in seguito al tifo fatto per la partita di calcio Italia-Macedonia del Nord, sfida conclusa con l’eliminazione degli azzurri dalla corsa per il Mondiale. L’incontro sarebbe stato seguito con particolare calore dalla famiglia che abitava al piano di sopra rispetto ai Gorgone. Un rumore non gradito da chi stava sotto che avrebbe portato il giorno successivo i due nuclei famigliari a litigare di nuovo fino all’epilogo di sabato mattina in cortile.

La prima ad essere stata colpita era stata la moglie, aggredita materialmente con il coltello a serramanico da Antonino Gorgone. Solo in seguito, al sentire le urla della moglie, sarebbe sopraggiunto il marito – che era ancora a letto, e che sarebbe sceso in cortile in ciabatte – colpito con almeno cinque coltellate da padre e figlio.

A padre e figlio è stato contestato il tentato omicidio ma anche l’aver portato fuori dalla loro abitazione i due coltelli, il primo a serramanico lungo 17 centimetri (8 di lama) e il secondo, quello svizzero, con una lama di 8,5 centimetri. I due indagati avevano respinto le accuse, sostenendo di aver agito per legittima difesa. Alla scena aveva assistito anche un testimone, un operaio che lavorava ad un cantiere vicino posizionato lungo la strada. Era stato attirato dalle urla, ma aveva visto solo l’ultima parte dello scontro con tutti e quattro i contendenti già presenti sul posto.

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