Vigile del fuoco sconfitto dalla Sla: «Sei di nuovo libero»

Colverde La sorella: «Non doveva andare così, indossare quella divisa era per lui un sogno». Era intervenuto in Emilia e all’Aquila dopo i terremoti. I figli: «Guidaci nel cammino della vita»

«Ora sei di nuovo libero». Nel momento del dolore più profondo, è forse questo il pensiero avuto da tutti coloro che hanno conosciuto e amato Mario Casolini, vigile del fuoco di Colverde scomparso l’altroieri mattina a 58 anni. Mario, già da qualche anno, era ormai prigioniero del proprio corpo a causa della Sla: aveva perso la mobilità e la capacità di parlare, pur rimanendo lucido. Casolini, prima che sopraggiungesse la malattia, era caposquadra e istruttore impegnato nel comando di Como.

La commozione

Di origini valtellinesi, era una persona molto solare e che ci sapeva fare con motoseghe e automezzi. Faceva parte del Gos (gruppo operativo speciale movimento terra), è infatti andato nelle zone colpite dal terremoto sia in Emilia Romagna che all’Aquila. Anche una sorella, purtroppo, era morta di Sla e così, quando Mario ha iniziato ad avere i primi sentori della malattia, ha probabilmente subito capito di cosa si trattasse.

I ricordi

«Non doveva andare così – ha detto ieri, in lacrime, la sorella Marina - La vita è stata ingiusta con lui, ma io sono fierissima che fosse un vigile del fuoco. Nostra madre è morta quando lui aveva 11 anni, desiderava tanto che indossasse quella divisa e lui ha realizzato il sogno. Era bravo e bello. Tutto è iniziato nel 2020, due anni prima abbiamo perso un’altra sorella sempre per la Sla. Mario aveva iniziato a non stare bene, mi aveva chiamato dal Valduce dicendomi che lo avrebbero trattenuto per approfondimenti. Nel giro di due mesi, sapevamo che era condannato anche lui ed è iniziato il calvario».

E ha aggiunto: «Era entrato a gennaio del 1994 come militare a Roma e il 27 gennaio del 1997 era un effettivo vigile del fuoco. Dava l’anima per il suo lavoro, ma anche per la famiglia. Ci tengo a dire anche che mia cognata Cinzia si merita un monumento d’oro, donne così non ce ne sono più, lo ha amato e curato amorevolmente». Anche i colleghi non lo hanno mai dimenticato, anzi, gli sono sempre rimasti vicini, anche solo con un messaggio per sapere come stesse. Cinzia, infermiera, non lo ha mai lasciato solo e si è presa cura di lui fino alla fine, come evidenziato dalle sorelle Fiorenza, Anna e Marina.

«Guidaci nel cammino della vita e tienici sempre per mano. Ti vogliamo tanto bene» è stato il dolce messaggio al loro papà dei figli Giulia e Marco Giuseppe. Un vero e proprio calvario, quello affrontato dal vigile del fuoco, che tre anni fa aveva ricevuto il congedo, impossibilitato a continuare il proprio lavoro. Era stato l’allora comandante dei vigili del fuoco di Como Marcella Battaglia, insieme ad altri due colleghi, a portarglielo, ringraziandolo per il suo servizio con un benemerito. La notizia della sua scomparsa ha subito fatto il giro tra i colleghi, rattristati ma comunque consapevoli che l’amico abbia smesso di soffrire. Il rito funebre si svolgerà domani, martedì 5 dicembre alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Gironico, preceduto dalla recita del santo rosario alle 14, seguirà la cremazione. La camera ardente è allestita nella sua casa in via Salvadonica 25 a Colverde.

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