Comunicato Stampa: CRV - Fondi PAC e Politica di Coesione nel nuovo bilancio UE, appello del Presidente Ciambetti

Fondi PAC e Politica di Coesione nel nuovo bilancio UE, appello del Presidente Ciambetti: “Mobilitazione delle Regioni UE per respingere la proposta”

(Arv) Venezia 17 lug. 2025 -     “La proposta avanzata dalla Presidente Ursula von der Leyen di unificare in un unico “piano nazionale” i fondi della Politica Agricola Comune (PAC) e della Politica di Coesione rappresenta un rischioso passo indietro per l’Unione Europea. Dopo aver messo a repentaglio l’industria, adesso la Commissione mette a rischio l’agricoltura, ovvero tradisce gli elementi economici costitutivi dell’Unione. Un passo che non solo svilisce il ruolo delle Regioni e dei territori, ma viola lo spirito dei Trattati — in particolare quello di Lisbona — che pongono la coesione economica, sociale e territoriale e il sostegno all’agricoltura tra i principi fondanti dell’integrazione europea”. Questo il commento del Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti alla proposta di von der Leyen di semplificare il bilancio UE accorpando le spese per la Politica agricola comune (PAC) e quelle per i Fondi di coesione, nell’ambito della più generale proposta di bilancio pluriennale dell’Unione Europea, il cosiddetto Quadro finanziario pluriennale, che copre il periodo dal 2028 al 2034, presentato nei giorni scorsi. “L’idea di trasformare oltre 500 programmi regionali e settoriali in un unico “piano nazionale” approvato dalla Commissione snatura il principio di sussidiarietà, cardine della costruzione europea. Si tratta di una centralizzazione molto pericolosa: le Regioni e gli enti locali — che da decenni progettano, gestiscono e verificano l’uso dei fondi europei — verrebbero esautorati, sostituiti da una regia politica nazionale che poco o nulla può sapere delle reali esigenze dei territori e che potrebbe portare i ministri delle finanze dei singoli Paesi a dirottare i fondi della PAC per altre priorità. Questa proposta non è una semplificazione: è una concentrazione di potere in capo alla Commissione e ai governi centrali, che taglia fuori i territori virtuosi e premia chi alza la voce, non chi produce risultati. Con i tagli alla PAC l’agricoltura diventa la ‘vittima designata’. Il taglio ipotizzato alla PAC, con una riduzione reale del 20–30% delle risorse, è inaccettabile. Colpire il settore agricolo nel pieno di una crisi climatica, economica e geopolitica significa mettere a rischio la sovranità alimentare europea, la tenuta dei territori rurali e la sopravvivenza di migliaia di aziende familiari”, ha proseguito il Presidente. La PAC è da tempo una delle maggiori linee di bilancio uniche dell'UE, che ogni sette anni alimenta quasi 400 miliardi di euro nelle aziende agricole e nelle comunità rurali del blocco. La proposta di von der Leyen mira a raggruppare i circa 800 miliardi di euro stanziati per i fondi in 27 fondi nazionali, subordinando il denaro alle riforme nazionali approvate dall'UE, passando da quasi 540 programmi a 27 piani di partenariato nazionale e regionale. La proposta ha subito diverse critiche, tra le quali quelle del Commissario all'Agricoltura Christophe Hansen, del Ministro dell'Agricoltura portoghese José Manuel Fernandes, della Corte dei Conti europea (l’organo di controllo della spesa) attraverso il suo Presidente Tony Murphy, ed infine del gruppo industriale Farm Europe. “La PAC non è solo un insieme di sussidi: è uno strumento strategico di presidio territoriale, ambientale e sociale. Sminuirla significa cedere la nostra sicurezza alimentare a logiche di mercato globalizzato. Vogliamo la coesione o la militarizzazione? Le voci secondo cui i fondi della coesione potrebbero essere dirottati verso la difesa, nell’ambito del progetto ReArm Europe, sono una deriva inquietante. Pur comprendendo le esigenze legate alla sicurezza, non si può finanziare l’apparato militare a scapito della lotta alla disuguaglianza territoriale e sociale. Le regioni più fragili, le aree interne, le periferie urbane, le comunità di montagna non possono essere sacrificate in nome di strategie geopolitiche imposte dall’alto. Chi oggi governa l’Unione non può ignorare quanto stabilito nei Trattati di Lisbona, in particolare agli articoli 39 (tutela della produzione agricola, redditi equi per gli agricoltori) e 174 (promozione della coesione economica, sociale e territoriale, riducendo le disparità tra le regioni). Questi non sono optional da sacrificare alla moda del momento bensì pilastri costitutivi dell’Europa”, ha evidenziato Ciambetti. “Lancio quindi un appello alle Regioni e al Parlamento europeo: serve una mobilitazione delle Regioni europee, dei parlamentari sensibili ai temi della sussidiarietà e della giustizia territoriale, per respingere questa proposta. Il prossimo quadro finanziario pluriennale non può nascere sul principio della verticalizzazione autoritaria, ma sul coinvolgimento dei territori, sull'equilibrio istituzionale, sul rispetto dei valori fondativi dell’Unione”, ha concluso Ciambetti.

La responsabilità editoriale e i contenuti di cui al presente comunicato stampa sono a cura di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

© RIPRODUZIONE RISERVATA